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Maiolati Spontini

LETTERE&OPINIONI “L’ETÀ BIANCA” DI ALESSANDRO MOSCÈ, SERATA SUGGESTIVA A“LA FORNACE” DI MOIE

MOIE, 18 marzo 2017Domani, domenica 19 marzo, alle ore 18, alla biblioteca La Fornace, una serata originale e suggestiva, all’insegna dell’intreccio fra scienza e amore, ragione e passione. Parliamo della presentazione del romanzo “L’età bianca”, che sarà al centro di un incontro “Tra letteratura e medicina: Un binomio possibile?”. L’autore del libro, lo scrittore e critico letterario Alessandro Moscè, incontrerà il pubblico insieme al dottor Marco Ottaviani, medico e presidente della Fondazione Carifac. A presentare e coordinare l’iniziativa sarà il giornalista della Rai Paolo Notari.

Il libro di Moscè offre lo spunto per una serie di riflessioni. Quanto conta la medicina nella guarigione di un bambino da un male terribile? Quanto conta l’amore, la condizione mentale? La scienza cosa ne pensa? C’è unità di intenti o discordanza tra umanisti e uomini di medicina che curano i malati?

Nel romanzo L’età bianca, pubblicato nel 2016, Alessandro Moscè incontra Elena e instaura con lei una complicità sentimentale che prende il sopravvento nel mondo di entrambi, chiuso nelle abitudini della provincia italiana. Elena, dopo trent’anni, lo accompagna nell’ospedale dove da bambino ha rischiato di morire, come fosse una resa dei conti con il destino. Davanti all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, dove Moscè uscì miracolosamente vivo, tornano la passione per le partite della domenica “in bianco e nero” e l’idolo dell’infanzia Giorgio Chinaglia, il centravanti della Lazio nel frattempo deceduto. Quindi la consapevolezza dolce e amara che prima o poi bisogna dare un taglio netto alle proprie malinconie per aprire un capitolo nuovo dell’esistenza. Se ne Il talento della malattia (Avagliano 2012) si raccontava la guarigione da un terribile sarcoma di Ewing avvenuta negli anni Ottanta, anche grazie, simbolicamente, all’amore per il calcio, nel nuovo romanzo di Moscè subentrano la seduzione dell’adolescenza e i suoi tormenti, la reticenza nel donarsi, il timore di mettersi a nudo, la passione per la scrittura e la conoscenza di grandi poeti contemporanei come Mario Luzi. Un libro autobiografico che percorre l’Italia degli anni Ottanta e Novanta, in cui è possibile riconoscersi (il rapimento di Emanuela Orlandi, l’arresto di Enzo Tortora, la fine delle ideologie e l’inizio di un’epoca edonistica). L’età bianca è un’età pura, incontaminata, trasparente. Un’età senza compromessi e falsità, qualcosa che possiedono gli adolescenti e i sognatori. Nel romanzo è incarnata da Elena, la ragazza nel frattempo diventata donna e che rappresenta un punto di rottura con il conformismo di maniera e con la ritualità di un matrimonio standard.

Alessandro Moscè, nato ad Ancona e residente a Fabriano, ha pubblicato l’antologia di poeti italiani contemporanei Lirici e visionari (Il lavoro editoriale 2003); i libri di saggi critici Luoghi del Novecento (Marsilio 2004), Tra due secoli (Neftasia 2007) e Galleria del millennio (Raffaelli 2016); l’antologia di poeti italiani del secondo Novecento, tradotta negli Stati Uniti, The new italian poetry (Gradiva 2006). Ha dato alle stampe le raccolte poetiche L’odore dei vicoli (I Quaderni del Battello Ebbro 2004), Stanze all’aperto (Moretti & Vitali 2008, finalista al Premio Metauro) e Hotel della notte (Aragno 2013). È presente in varie antologie e riviste italiane e straniere. Le sue poesie sono tradotte in Romania, Spagna, Venezuela e Messico. Ha pubblicato il saggio narrato Il viaggiatore residente (Cattedrale 2009) e i romanzi Il talento della malattia (Avagliano 2012) e L’età bianca (Avagliano 2016). Si occupa di critica letteraria su vari giornali, tra cui il quotidiano “Il Foglio”. Ha ideato il periodico di arte e letteratura “Prospettiva” e dirige il Premio Nazionale di Narrativa e Poesia “Città di Fabriano”.

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