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Cronaca

Moncaro Presentati i nuovi vertici: «Valorizziamo risorse umane e soci»

Il cambiamento nell’asset dirigenziale, spiegano la neo presidente Donatella Manetti e il vice, Lorenzo Gobbi, è stato necessario perché dall’assemblea dello scorso giugno era emersa la necessità di guardare al futuro con occhi nuovi

Montecarotto – Fugati solo in parte i numerosi dubbi circolati nelle ultime settimane, tra soci e clienti, sulle condizioni della Cooperativa Terre Cortesi Moncaro, relativi a una situazione debitoria importante e un ritardo nel pagamento delle retribuzioni dei dipendenti.

Una ventata di rinnovamento era necessaria, questo è emerso chiaramente dall’incontro di stamattina, organizzato dalla Cooperativa Moncaro presso Le Busche di Montecarotto, per presentare il nuovo asset dirigenziale e gli obiettivi per il futuro.

Puntare sulla valorizzazione delle risorse umane e favorire la partecipazione dei soci, sono i punti chiave su cui verterà l’azione di rinnovamento dei nuovi vertici della cooperativa, eletti il 27 febbraio, ottenendo una maggioranza schiacciante, 12 preferenze su 13: la nuova presidente Donatella Manetti e il vice Lorenzo Gobbi, entrambi membri della cooperativa già da molti anni.

Proprietaria di un’azienda agricola, Donatella Manetti è socia Moncaro dal 2000, nel Cda dal 2012 e vice presidente dal 2021, Lorenzo Gobbi, anche lui titolare di un’azienda agricola, figlio di uno dei soci fondatori della cantina, era già socio conferente e membro del Cda.

Una scelta necessaria, quella dell’avvicendamento, che la stessa Donatella Manetti ha definito fisiologica per una cooperativa, confermata dalla volontà emersa dal gruppo dei soci durante l’assemblea di giugno 2023, di guardare al cambiamento e a nuove prospettive per rafforzare e consolidare i mercati di riferimento.

«Questo ruolo è per me motivo di orgoglio e di responsabilità», ha detto la neo presidente che negli anni si è spesa per la parità di genere nella cooperativa e oggi, per la prima volta dalla sua fondazione, nel 14 aprile del 1964, vede il risultato di conferire a una donna la presidenza.

«Nel Cda ci sono 5 donne e la componente femminile è ben rappresentata anche tra i soci, mentre tra i lavoratori delle varie fasi produttive, le donne costituiscono il 30% dei dipendenti».

Un percorso dedicato alla parità di genere che a ottobre scorso ha portato la Moncaro ad ottenere il premio “Women Value Company 2023 – premio alle donne ed alle imprese che guardano al futuro”.

Alle domande incalzanti sulla situazione con i dipendenti, la neopresidente ha risposto sottolineando la volontà di lavorare sul versante delle risorse umane, tra i primi incontri organizzati dal nuovo asset dirigenziale, quello con i sindacati nel quale si è condiviso come il nuovo Cda abbia rispettato gli accordi sindacali pattuiti.

«Prossimo obiettivo sarà quello di valorizzare anche la base sociale della cooperativa, il fondamento di questa realtà, sia con una puntuale liquidazione ai soci delle spettanze, sia accompagnandoli in un percorso di innalzamento degli standard qualitativi, soprattutto lavorando sulla produzione biologica», ha sottolineato Donatella Manetti.

Della situazione debitoria di Moncaro si è parlato proprio nella bufera di questi giorni: poco meno di 2,5 milioni di euro i debiti verso i soci, circa 20 milioni quelli con gli istituti di credito, oltre 7,8 milioni verso i fornitori.

«In questi ultimi anni sono subentrate formule finanziare diverse da quelle adottate nel passato, che non rispettavano quindi le prassi precedenti», ha sottolineato il vice presidente Lorenzo Gobbi, evidenziando la volontà del nuovo Cda di ritornare alla formula originaria, che prevedeva per l’agricoltore un anticipo del 25% sui proventi entro dicembre (due mesi dopo la vendemmia), a giugno il pagamento del 50% e nel dicembre successivo il saldo del pagamento e il nuovo anticipo sempre del 25% sulla nuova vendemmia.

«Il ritorno alla vecchia formula consentirebbe alla cooperativa di garantire ai soci una sicurezza sul reddito», hanno sottolineato.

Quanto ai rapporti con la Cooperativa Moderna e alle difficoltà che stanno attraversando i dipendenti di questa realtà, la presidente ha ribadito la distinzione delle attività delle due cooperative ma la vicinanza della Moncaro alla Moderna e la volontà di trovare il modo di collaborare.

«In questi giorni anche la Moderna ha incontrato i sindacati per definire il futuro dei suoi lavoratori, nel nome dell’attività mutualistica delle cooperative, la Moncaro non si tirerà indietro qualora si presentasse una richiesta di aiuto da parte della Cooperativa Moderna».

Il ruolo di Terre Cortesi Moncaro è preponderante nel sistema vitivinicolo dell’intera regione, con una produzione di oltre 15 milioni di bottiglie l’anno – delle quali circa l’80% Verdicchio – rappresenta circa il 55% del vino marchigiano per antonomasia. Il valore della cooperativa è notevole: 25 milioni di capitale netto, oltre al brand valutato 8 milioni.

Conta 615 soci e 60 dipendenti, il patrimonio vigneti è di 910 ettari, di cui circa 120 di proprietà. Produce i propri vini nelle tre sedi di Montecarotto, Camerano e di Acquaviva Picena, dove vengono realizzati i vini tipici delle rispettive zone, il Verdicchio, il Rosso Conero, il Rosso Piceno e le altre Dop del Piceno. Una produzione che per la maggior parte si basa sul sistema biologico, percorso intrapreso a partire dagli anni ’80. Il 50% della produzione viene esportato in un mercato che coinvolge 40 Paesi diversi.

Dopo la bufera delle ultime settimane, sta al nuovo Cda dimostrare, non solo con le promesse, che questa realtà sarà effettivamente in grado di superare le difficoltà in atto e di tornare all’antico splendore, al ruolo altolocato che ha sempre detenuto nel territorio.

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