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Cronaca

Omicidio Fabriano L’avvocato della famiglia Baldoni: «Fausto temeva per la sua vita»

Il legale Angelo Franceschetti: «In particolare aveva paura di venir avvelenato, si era anche premurato di occultare coltelli, forbici e altri oggetti che potessero essere utilizzati come arma e stava spesso chiuso nella sua camera»

FabrianoFausto Baldoni è stato ucciso nella giornata di sabato, presumibilmente poco prima dell’ora di pranzo, colpito a morte con una lampada da interni nell’appartamento che condivideva con la compagna Alessandra Galea in via Castelli al civico 56.

Ricostruisce così l’avvocato della famiglia Baldoni, Angelo Franceschetti.

«Fausto era stato invitato a pranzo per le 12.30 dalla sorella nell’abitazione di Coldipeccio di Scheggia raggiungibile da Fabriano in circa 20-25 minuti in auto. Non vedendolo arrivare e conoscendo la sua puntualità, intorno alle 13, Rita Baldoni lo chiama al cellulare, che squilla senza risposta».

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«Rita incomincia subito a preoccuparsi, quasi presagendo la disgrazia. Avendo altri commensali, ha aspettato la fine del pranzo per ricontattare Fausto e all’ulteriore mancanza di risposta, ha deciso di recarsi a Fabriano».

«Passa un po’di tempo prima che i Vigili del Fuoco, nel frattempo allertati, entrino in casa e rinvengano il cadavere. Va detto che da tempo Fausto temeva per la propria vita prosegue l’avv. Franceschetti, in particolare aveva paura di venir avvelenato. Si era anche premurato di occultare coltelli, forbici e altri oggetti che potessero essere utilizzati come arma e stava spesso chiuso nella sua camera».

Un rapporto quindi complesso quello tra Fabio Baldoni e Alessandra Galea, a tratti esasperato da litigi e urla udite distintamente dai vicini di via Castelli.

«Fausto conosceva Alessandra da molti anni, le ha sempre voluto bene conclude  aiutandola anche e in modo consistente dal punto di vista economico. Ha ospitato presso la sua abitazione per un lungo tempi i figli di Alessandra, dopo che la sorella gemella aveva ucciso la madre, nell’anno 2014».

Nel luglio del 2014 la sorella gemella della donna, in carcere a Villa Fastiggi di Pesaro, uccise la madre, Maria Bruna Brutti, di 76 anni, con una serie di colpi alla testa inferti con il calcio di un fucile da soft-air.

Consuelo Galea venne condannata a 10 anni di carcere psichiatrico, giudicata incapace di intendere e volere.

Intanto è prevista per domani mattina alle 10 nel carcere di Pesaro, dove si trova Alessandra Galea, l’udienza di convalida dell’arresto davanti al Gip Sonia Piermartini.

Sempre nella giornata di domani disposta l’autopsia sul corpo di Fausto Baldoni all’ospedale di Torrette.

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