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il parere dell’esperto

PSICOLOGIA CHE COS’È IL BULLISMO

La rubrica “Il parere dell’esperto” è uno spazio affidato a persone specializzate su argomenti di vasto interesse

 

 

Dott.ssa Silvia Mercanti, Psicologa-psicoterapeuta cognitivo

BulliSTOP

 

Il bullismo è un fenomeno crescente tra i giovanissimi, ormai presente anche nella scuola primaria. La sua diffusione preoccupa le autorità scolastiche, tanto che circa due anni fa il ministro dell’istruzione ne ha fatto oggetto di una direttiva ministeriale per prevenirlo e contrastarlo in ambito scolastico.

Impressionanti i dati di una recente ricerca tra gli studenti delle superiori:

  • il 33% degli studenti del campione è vittima del bullismo;
  • il 45% ne è spettatore.

Sommando la percentuale delle prepotenze direttamente subite a quelle assistite o di cui si è a conoscenza il valore percentuale sale al 73% in riferimento ad insulti o scherzi, al 48% in riferimento a prepotenze fisiche (calci, pugni, spintoni) ed al 21% nei casi di “pressioni o minacce per avere soldi o favori”.

Il termine italiano “bullismo” è la traduzione letterale di “bullying”, parola inglese comunemente usata nella letteratura internazionale per caratterizzare il fenomeno delle prepotenze tra pari in contesto di gruppo. Il bullismo si configura come un fenomeno dinamico, multidimensionale e relazionale che riguarda non solo l’interazione del prevaricatore con la vittima, che assume atteggiamenti di rassegnazione, ma tutti gli appartenenti allo stesso gruppo con ruoli diversi.

La Commissione nazionale “Bullismo e scuola” ha ricordato che “Ai Dirigenti scolastici, ai docenti e al personale ATA, nonché ai genitori, è affidata la responsabilità di trovare spazi e risorse per affrontare il tema del bullismo e della violenza attraverso una efficace collaborazione nell’azione educativa, volta a sviluppare negli studenti valori e comportamenti positivi e coerenti con le finalità educative dell’istituzione scolastica e della famiglia”.

“anche là dove non sia registrato il fenomeno del bullismo,

l’intervento preventivo può essere un’occasione per insegnare

l’arte di star bene con gli altri”

(Iannacone, 2006)

 

CHE COS’È IL BULLISMO

Il bullismo è una forma di comportamento aggressivo, sistematico, intenzionale e che si caratterizza per un uso asimmetrico del potere: c’è uno squilibrio tra i due attori del fenomeno, colui che fa prepotenze è più grande (per età, forza fisica, intelligenza), o più popolare nel gruppo dei coetanei, mentre chi subisce la situazione, non sa difendersi per paura di vendette che lo possano danneggiare ulteriormente. Perché una relazione tra soggetti possa prendere questo nome devono essere soddisfatte queste condizioni:

  • si verificano comportamenti di prevaricazione diretta o indiretta;
  • queste azioni sono reiterate nel tempo;
  • sono coinvolti sempre gli stessi soggetti, di cui uno/alcuni sempre in posizione dominante (bulli) ed uno/alcuni più deboli ed incapaci di difendersi (vittime)
  • si tratta di bambini o ragazzi che vivono in uno stesso contesto, solitamente la scuola

E’ importante sottolineare come con il termine bullismo NON si possa far riferimento a qualsiasi manifestazione di aggressività infatti il bullismo non è i conflitto.

 

LA VITTIMA

E’ importante per i genitori e gli insegnanti prestare attenzione ad alcuni segnali manifestati dai ragazzi per poter riconoscere le possibile vittime di bullisimo, alcuni di essi possono essere:

  • tornare da scuola con vestiti stracciati o sgualciti e con libro oggetti rovinati
  • avere lividi, ferite, tagli e graffi di cui non si può dare una spiegazione naturale
  • non porta a casa compagni di classe o coetanei e raramente trascorre del tempo con loro
  • non avere amici per il tempo libero
  • non venire invitato a feste
  • essere timoroso e riluttante nell’andare a scuola la mattina (ha scarso appetito, mal di stomaco, mal di testa…)
  • scegliere percorsi più lunghi per il tragitto casa-scuola
  • dormire male e fare brutti sogni
  • avere un calo nel rendimento scolastico o nell’interesse per la scuola
  • avere frequenti sbalzi d’umore: infelicità, tristezza e apatia da un lato e rabbia, irritazione e scatti d’ira dall’altro
  • chiedere o rubare denaro alla famiglia (spesso per assecondare i bulli)

E’ molto importante inoltre capire cosa succede nei ragazzi vittime di bullismo, infatti in essi si creano sentimenti di paura e a volte sensi di colpa, il pensiero ricorrente è “me lo merito”. Inoltre si creano dinamiche di isolamento e schieramenti. La vittima per questo spesso vive una condizione di profonda sofferenza, di grave svalutazione della propria identità, di crudele emarginazione dal gruppo.

 

IL BULLO

Il comportamento manifesto del bullo è caratterizzato da:

  • prendere in giro ripetutamente e in modo pesante
  • rimproverare/criticare in maniera distruttiva
  • intimidire
  • minacciare
  • tirare calci, pugni o spingere
  • danneggiare cose …

I bulli possono mettere in atto tali comportamenti nei confronti di più compagni, ma tendono a rivolgersi in particolare ai più deboli e indifesi.

Il bullo viene spesso descritto come un ragazzo/a chiuso, poco disponibile al dialogo, irritabile e con sbalzi d’umore.

Spesso parla dei compagni con indifferenza, arroganza o con disprezzo

Con il gruppetto ristretto di amici può mostrare complicità ma non affetto, ne stima o interesse. Tendenzialmente è isolato o «capo» di una Gang.

Se osserviamo in maniera più attenta tale comportamento spesso è solo la punta di un iceberg, mentre nel profondo si possono evidenziare sentimenti di inadeguatezza, incapacità o fragilità.

Per questo spesso assistiamo ad un’ambivalenza nelle descrizioni di tali ragazzi, specie in funzione degli ambienti in cui si esprimono.

 

IL RUOLO DEL GRUPPO

Il bullismo si manifesta sempre all’interno di un gruppo e quindi in luoghi e ambienti circoscritti e abitudinari.

I membri del gruppo interagiscono e si influenzano a vicenda: tutti i membri sono interdipendenti, cioè hanno bisogno l’uno dell’altro per mantenere il proprio ruolo

I gruppi vengono tenuti insieme dalla cosiddetta coesione, ossia dall’intensità della relazione tra i membri del gruppo.

I fattori di diffusione del fenomeno all’interno di un gruppo sono il contagio sociale (apprendimento imitativo) e la diffusione di responsabilità con conseguente disinibizione dell’aggressività.

 

COSA SI PUO’ FARE

Possiamo distinguere interventi necessari e differenti: la prevenzione primaria, secondaria e la terapia.

Per prevenzione primaria si intende tutto ciò che riguarda la possibilità di informare e educare ad una cultura di accettazione e gentilezza.

La classe, la scuola e la famiglia non devono essere solo luoghi dove può manifestarsi il bullismo, ma devono essere innanzitutto “spazi” in cui si può discutere sia delle proprie emozioni sia dei problemi, dove il conflitto viene riconosciuto come un elemento che caratterizza le relazioni “normali” e che richiede capacità di: Critica costruttiva; Mediazione; Negoziazione. E’ imparare a guardare oltre noi stessi, oltre i confini della nostra pelle, oltre le differenze che non debbono allontanare ma arricchire per renderci conto che si possono trovare dei modi nuovi e più funzionali di accettare il proprio Sé e entrare in maniera serena e gentile in relazione con gli Altri.

Per prevenzione secondaria si intende la capacità di riconoscere in maniera precoce i segnali di possibili atti di bullismo e attuare tutte le misure tutelari sia per la vittima, che per il gruppo che per il bullo. Fra le possibilità si ricorda quella di far intervenire il dirigente scolastico oltre che chiamare il telefono azzurro, presso cui è attivo il Centro Nazionale di Ascolto di Telefono Azzurro è attivo in tutta Italia 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno. La Linea Gratuita – 19696 – è a disposizione di tutti i bambini e gli adolescenti fino a 14 anni di età che desiderano parlare con un consulente (psicologo o pedagogista) per affrontare il proprio disagio. La Linea Istituzionale – 199.15.15.15 – è a disposizione dei ragazzi oltre i 14 anni e degli adulti.

Infine per terapia e riabilitazione si intendono tutte le cure necessarie per intervenire sui danni ormai riconosciuti nelle vittime e nei bulli. In particolar modo è importanti che entrambi seguano percorsi di psicoterapia per lavorare sulle difficoltà che queste situazioni hanno prodotto. Un’attenzione particolare quindi oltre alla sintomatologia manifesta, va rivolta alla ricostruzione dell’autistima e al riconoscimento del valore personale.

Per ottenere il massimo dei benefici è molto importante inoltre che vengano attuati percorsi terapeutici di gruppo, dove si possa lavorare in maniera attiva e coinvolgente sull’assertività, sulle capacità di negoziazione e di esposizione e soprattutto sull’alfabetizzazione emotiva.

Dott.ssa Silvia Mercanti

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