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Cronaca

FABRIANO I NODI DEL “PROFILI”: PREOCCUPAZIONE E PROPOSTE DEI SINDACATI

Una sanità per 46mila abitanti ed un territorio di 549 chilometri quadrati

 

FABRIANO, 18 maggio 2019 – “Non lasceremo niente di intentato” questa la spinta di Cgil, Cisl e Uil a sostegno della sanità montana e dell’Ospedale “Profili”.

Nell’incontro di ieri sera all’interno del teatro Don Bosco, anche l’annuncio della convocazione delle sigle sindacali in Quarta Commissione regionale per discutere della sanità fabrianese. Incontro previsto per il prossimo 23 maggio, con l’attesa di “Un ascolto reale”.

Sala gremita ieri, con la preoccupazione di un ospedale che “Un pezzo alla volta, senza clamore, nel silenzio, si possa procedere al razionamento dei servizi sanitari del territorio del Fabrianese”.

Sanità come baluardo delle comunità ma, fanno notare i Sindacati, “La proporzione delle persone molto soddisfatte è decisamente più bassa della media nazionale: -33,1% in un rapporto del 2018. Dato regionale, ma con molta probabilità se venisse rilevato solo all’interno del territorio fabrianese la percentuale di soddisfazione sarebbe ancora più bassa”.

Molti i nodi da sciogliere secondo Cgil, Cisl e Uil a partire da una programmazione della rete ospedaliera da rendere più comprensibile per i cittadini. E poi due questioni di fondamentale importanza: “Non rassicurare le comunità promettendo di fatto di mantenere l’ospedale così com’è, salvo poi smentire con i fatti la promessa. Non concentrare l’attenzione sulla sola struttura ospedaliera, ma recuperare con risorse e progetti tutta la dimensione territoriale: distretto, prevenzione, cure domiciliari ed RSA”.

E poi lo scenario occupazionale del “Profili”, critico e con potenziali sviluppi negativi per un territorio. Dall’analisi fatta dalle sigle sindacali, tutto parte dalla richiesta di recupero di 6,8 milioni di euro sul costo del personale fatta dall’Asur. “Un risparmio che peserebbe per 4,4 milioni di euro sull’Area Vasta 2, e quindi anche l’area del fabrianese”. Allarme personale quindi, ma con possibili soluzioni offerte dalla legge 145/2018 (incremento del finanziamento del fabbisogno del Sistema Sanitario Nazionale) ed il decreto legge 35/2019 che parla di incremento dei tetti di spesa.

“Sulla base di tali nuovi indirizzi – incalzano Cgil Cisl e Uil – chiediamo che vengano autorizzate entro il prossimo mese di giugno le assunzioni necessarie all’attuazione di un piano ferie sostenibile e la proroga di tutti i contratti a tempo determinato in scadenza, modificando in tal senso i piani occupazionali”.

Il rischio evidenziato dalle sigle sindacali si lega anche all’imminente piano ferie, considerato come un “Cavallo di Troia e possibile anticipazione di un taglio strutturale dei servizi”. Ricordano anche i 150 lavoratori a tempo determinato (su tutto il territorio di Area Vasta 2) che rischiano di non veder prorogati i contratti con il conseguente rischio di “Ridimensionamento sia dei servizi ospedalieri che di quelli territoriali o in prospettiva un passaggio a soggetti privati della gestione di strutture pubbliche”. Quindi risolvere il “nodo risorse umane” anche all’interno del Piano Sanitario Regionale, bollato da Cgil Cisl e Uil come documento senza reale consapevolezza dei problemi della sanità della montagna.

Tanti i bisogni e le domande del territorio emersi ieri partendo da quelli dedicati alla fascia più anziana della popolazione (sempre in aumento), il futuro delle U.O Chirurgiche, cosa accadrà ai servizi distrettuali, ambulatoriali e della prevenzione e tante altre preoccupazioni con la convinzione che “Si debba poter garantire il complesso dei servizi sanitari che fino a poco tempo fa servivano il comprensorio fabrianese provando a costruire uno spazio sanitario della montagna anche sovraregionale seguendo l’orientamento votato unitariamente in consiglio comunale a Fabriano lo scorso mese di settembre”.

(Saverio Spadavecchia)

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