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Ricette per il sorriso

COTTO&MANGIATO La rubrica di Gioia Morici

IL LATO POSITIVO

È vero, siamo nel guano fino al collo. Però bisogna ammettere che questa nuova quotidianità ci ha regalato anche lati positivi. E non pochi.

  1. Finalmente la gente mantiene le distanze. Gli estranei per strada vanno per i fatti loro; quelli che avevano il viziaccio di toccare mentre parlano stanno con le mani in tasca; certi conoscenti pesanti come una condanna non li vediamo manco in cartolina. Na liberaziò.
  2. Niente shopping compulsivo a beneficio del portafogli. Lontane anni luce pure quelle commesse insopportabili come zecche sugli zebedei: “Ha bisogno di qualcosa?”. “Grazie, do solo un’occhiata”. “Comunque sono qui, dietro di lei”. “Gentilissima”. “Quest’anno va il viola, le prendo una sciarpa?”. Sì. Poi mettitela al collo e stringi forte.
  3. In qualunque momento della giornata, dovunque dobbiamo andare, troviamo parcheggio. Le strade sono deserte come fosse in onda h24 la finale dei mondiali di calcio. Una roba impensabile anche sotto LSD. Certo alcuni coglioni, anche a traffico zero, vanno in giro comunque, ma non possiamo pretendere i miracoli.
  4. Non abbiamo bisogno di inventare scuse se non abbiamo voglia di uscire. Tanto il programma 7 giorni su 7 è uno solo: divano e pantofole. Abolite le telefonate ansiogene del venerdì pomeriggio: “Cazzo famo stasera?”. La risposta è sempre quella: Ce la piàmo inter posto.
  5. Fare la spesa, che prima era una mazzata tra capo e collo, è diventato un evento. Siccome è l’unico motivo per il quale possiamo stare fuori quanto ci pare, per l’occasione ci agghindiamo emozionati come andassimo al veglione di capodanno. Per agghindarci intendo che infiliamo la tuta più figa.
  6. A proposito di tute: ci siamo liberati del dubbio amletico “Che mi metto oggi?”. Il cambio abiti è sempre quello: pigiama-tuta, tuta-pigiama. Idem per le scarpe: ciabatte-Nike, Nike-ciabatte. Quando proprio vogliamo esagerare, al posto delle Nike mettiamo le Adidas. Toda vida.
  7. Noi donne non dobbiamo truccarci. Se proprio abbiamo intenzioni predatorie, al massimo un po’ di mascara agli occhi, tanto solo quelli sbucano dalla mascherina. Quando siamo a un passo dalla decomposizione, una bella museruola FFP3 che copre pure i sentimenti e, alè, il gioco è fatto.
  8. Tutte le feste comandate da febbraio a maggio le abbiamo zompate a pie’ pari senza sbattimenti su dove andare e cosa fare. Le gite fuori porta le abbiamo fatte tutte dentro porta, al massimo in terrazzo. Però, aho, a forza de pulì, certi terrazzi che Buckingham Palace scansate proprio.
  9. Chi c’ha l’omo/la donna dentro casa, anche per passa’ il tempo, tromba. Chi ce l’ha fuori casa, come se rivede, tromba. Chi non ce l’ha per niente, appena riacquisterà la libertà, un modo per tromba’ lo trova. In ogni caso le priorità della vita hanno ritrovato il loro posto.
  10. Il glorioso, autentico, inaspettato “Paradiso all’improvviso”: in giro non se sente più mezza fiatella. Grazie all’uso universale delle mascherine abbiamo sconfitto le ventate di Calcutta che ci assalivano al bar, nei mezzi pubblici, a lavoro. Ovunque si vada, è solo olezzo di Spic&Span e primavera. Accendiamo un cero alla Madonna e godiamoci ‘sta pacchia finché dura.

Insomma, anche nelle peggiori sciagure, un motivo per sorridere si trova. E se vogliamo ammazzarci dalle risate pensiamo a questo: c’è qualcuno là fuori che si sta facendo la quarantena col nostro/la nostra ex. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Che il culo ci assista in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Alleluia.

Gioia Morici

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