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Cronaca

CUPRA MONTANA LA GRANDE GUERRA VISTA CON GLI OCCHI DI CHI L’HA VISSUTA

Il tavolo dei relatori

Il tavolo dei relatori

Rivivere la vita in trincea

Rivivere la vita in trincea

La mostra ha richiamato tante persone

La mostra ha richiamato tante persone

Molto alta la partecipazione all'evento

Molto alta la partecipazione all’evento

CUPRA MONTANA, 26 gennaio 2016 – Sabato scorso, 23 dicembre, è stata inaugurata una bellissima mostra sulla Grande Guerra del 1915-1918; si è voluto così rendere omaggio a tutti i soldati che ne sono stati artefici, in particolare ai cuprensi che hanno combattuto per la libertà di una patria che a malapena sapevano di avere.

Molti di loro si sono coperti di gloria sui campi di battaglia e molti non sono tornati o sono tornati nell’ambito familiare mutilati ed invalidi. Il tributo pagato dai soldati cuprensi è stato notevolissimo, lo testimonia il lungo elenco che nel sacrario sotto il loggiato comunale riporta i  loro nomi .

Sono tutti giovani, sono tutti eroi che hanno dato il proprio sangue per quella patria quasi scoperta da poco ma al cui richiamo non hanno esitato a rispondere con un assenso pronto e sincero.

Divise dell'esercito italiano

Divise dell’esercito italiano

Lo spazio, con un reticolato, dedicato ai prigionieri di guerra

Un reticolato ricorda i prigionieri di guerra

Il pubblico delle grande occasioni

Il pubblico delle grande occasioni

Testimonianze della Grande Guerra

Testimonianze della Grande Guerra

All'iniziativa anche visitatori della Vallesina

All’iniziativa anche visitatori della Vallesina

Una sezione della mostra

Una sezione della mostra

La mostra è stata inaugurata dal sindaco Luigi Cerioni  che ha tagliato il nastro tricolore aprendo un corteo numerosissimo e partecipe che poi ha sciamato nei tanti locali allestiti con sapienza e perizia nei sotterranei del Convento di Santa Caterina.

I curatori della mostra, sicuramente orgogliosi del riscontro avuto data la notevolissima presenza di pubblico sono stati anche ospiti preziosi nell’accogliere i tantissimi convenuti anche dai paesi non proprio limitrofi.

Ha fatto notevole impressione la gran quantità di materiale che era in esposizione: innumerevoli foto di paesani oramai scomparsi, divise del regio esercito, ricostruzioni della vita in trincea e cimeli datati che hanno fatto da cornice ai locali di per se già suggestivi degli scantinati dell’ex convento.

La gente è rimasta sicuramente meravigliata in positivo di quanto ha avuto la ventura di poter ammirare e non si aspettava di certo di trovare tanta dovizia di materiali, non soltanto fotografici.

Complimenti agli organizzatori, la professoressa Brunalisa Cardinali, la professoressa Raffaella Cardinali, il dottor Alessandro Luzzi e a quanti con loro hanno collaborato nell’allestimento dei locali, nel curare anche i minimi dettagli nel ricostruire alloggiamenti d’epoca, nel ricreare suggestioni potenti in chi guardava non soltanto con gli occhi della testa ma soprattutto con quelli del cuore.

Penso che anche gli ospiti intervenuti ad animare la mostra siano rimasti piacevolmente colpiti da quanto trovato; finalmente a Cupra Montana si è vista una manifestazione degna di tal nome, qualche cosa di veramente curato che onora il paese ed i suoi abitanti.

Il Sindaco ha aperto la mostra dichiarandosi commosso e colpito sia per la partecipazione della gente che per l’accuratezza degli allestimenti, dopo di che ha dato la parola ai relatori convenuti, in primis a Riccardo Ceccarelli, storico della Vallesina e cittadino emerito di Cupra Montana che ha illustrato che cosa ha significato per il nostro paese e per la sua economia non certamente florida, l’ingresso in questa guerra mondiale.

Ha messo in risalto che cosa ha comportato per l’asfittica economia di un borgo agricolo la perdita di tante braccia operose.

Ha inoltre ricordato i nomi di quelli che hanno ricevuto, a volte postume purtroppo,  decorazioni ed attestati d’onore, croci e medaglie con le quali non potevano certamente sostituire arti ed occhi lasciati a concime di campi sconosciuti.

Ceccarelli ha poi passato la parola alla dottoressa Silvana Giaccaglia, presidentessa regionale dell’Associazione Mutilati ed Invalidi che ha cercato di far comprendere agli intervenuti l’importanza del recupero di tutto ciò che ha a che vedere con la memoria, ha sollecitato tutti i presenti a cercare nelle case, nelle soffitte e persino sotto terra le tracce del 1915: lettere, diari, fotografie, steli marmoree, busti che possono arricchire tale memoria. (Pietre della memoria)

Dopo l’accorato appello a cercare, cercare e cercare, la parola è passata al dottor Claudio Bruschi, ricercatore storico in particolare della storia navale che ci ha con dovizia di particolari fatto conoscere una parte di storia sicuramente sconosciuta ai più, quella legata all’acqua.

Siamo con lui venuti a conoscenza di come Ancona abbia acquistato sempre un’importanza crescente come sede marittima, come da Ancona dipendesse l’organizzazione della difesa costiera di tutto l’Adriatico con i treni armati di cannoni che percorrevano l’Italia dal Golfo di Venezia a Bari per proteggere tutta la zona costiera lungo l’intero protendersi della penisola. Ancona era inoltre sede di dirigibili, di sommergibili, di MAS capitanati dall’ammiraglio Luigi Rizzo.

La riunione è stata sapientemente intervallata da diversi piacevolissimi interventi della nostra concittadina Milena Gregori che ha letto poesie legate alla guerra di Elia Bonci e di Trilussa ed interpretando anche brani toccanti di lettere di soldati che scrivevano della cruda realtà delle trincee e della vita dei soldati, delle angherie che dovevano subire da parte di superiori spietati, delle ingiuste accuse di codardia per non aver battuto il nemico a Caporetto.

Ho visto occhi luccicare e non era solamente per lo sdegno!

Ho sentito solamente parole di consenso nei confronti della mostra e del modo con cui e stata allestita, proferite da persone dispiaciute solamente per non aver potuto contribuire con qualche testimonianza concreta di cui era in possesso: giberne,  fasce, gavette, mostrine etc.

Gli intervenuti hanno avuto poi la possibilità di scambiarsi le proprie sensazioni ed impressioni di fronte ad un lauto rinfresco onorato dai più mentre si accingevano a  lasciare  con sincero rimpianto i locali della bellissima mostra.

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foto di Enrico Spinaci e Giuseppe Taruchi

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