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Cronaca

FABRIANO Fabriano Film Fest, alla scoperta dei “corti” in gara

Intervista alla direttrice artistica Valentina Tomada: «Abbiamo ricevuto più di 300 film di livello altissimo ed abbiamo faticato molto per portarne solo 36 in concorso»

Valentina Tomada

FABRIANO, 14 luglio 2020 – Il Fabriano Film Fest non si ferma. L’edizione 2020 del festival cinematografico fabrianese si terrà con qualche modifica rispetto alle annate precedenti, ma senza rinunciare a nulla della sua spettacolarità ed artisticità. Abbiamo parlato con Valentina Tomada, autrice, regista, attrice e direttore artistico del festival internazionale del cortometraggio di Fabriano.

«Quest’anno ci sono state molte difficoltà, – ammette Tomada – inizialmente dovevamo esserci la prima metà di giugno, poi abbiamo spostato le date».

L’emergenza CoVid ha portato ad alcune modifiche nello svolgimento consueto del festival.

«Il Comune ci ha chiesto di farlo all’esterno a causa delle norme di sicurezza. Abbiamo pensato a queste cinque serate, invece che le solite tre. Un’edizione abbiamo fatto 24 cortometraggi ed era stato il nostro numero massimo. Quest’anno abbiamo deciso di portare 36 corti in concorso. Le proiezioni cominceranno la sera dalle 22 in poi, quando sarà effettivamente buio, quindi non possiamo fare gli eventi collaterali come letture e altre proiezioni. Per questo abbiamo aumentato i corti, ben 9 per ogni sera».

Vediamo quindi come sarà il programma di questo evento.

«Avremo qualcosa prima delle proiezioni. Alle 20:30 infatti inizia la serata e prima dei cortometraggi vi saranno degli incontri con persone dello spettacolo. La prima sera, ovvero mercoledì 15 luglio, introdurremo la serata con Anna Olivucci, responsabile di Marche film Commition, con la quale faremo una bella chiacchierata sul cinema. Quest’anno il Palio è annullato e per questo, dopo l’inaugurazione, proietteremo un video a riguardo, “Immaginiamo” e parleremo con Sergio Solari. Seguono poi i nove corti della prima manche. Nella sera di giovedì 16 luglio, l’ospite sarà Stefano Ambrogi, attore di cinema e tv che ci racconterà il mestiere dell’attore. Dopo la sua intervista si proietterà il video “Fabriano Doc Contest”, il video vincitore di un contest dello scorso anno. Terza sera, venerdì 17 luglio, Marco Galli, nostro collaboratore, intervisterà Loris Rossi. Rossi è documentarista e coordina regie di fiction rai. Noi per ora non ci occupiamo di documentari, però dal prossimo anno probabilmente la apriremo, sempre nella forma del corto. A seguire un mio corto realizzato durante l’emergenza CoVid, ma fuori concorso, in cui compariamo io, mio marito e mia figlia. È un esempio di come si può passare il tempo durante la quarantena. Nella serata di sabato 18, Marco Galli incontrerà Giordano Pierlorenzi , direttore dell’Accademia Poliarte di Ancona che ci racconterà della storia e della vita dell’Accademia e i misteri del cinema. Domenica 19, infine, si terranno le premiazione e le proiezioni dei vincitori. Si inizia alle 18:30 questa volta. Chiudiamo di solito con la musica e quest’anno avremo il pianista Enzo De Rosa da Montreal che eseguirà musiche di Nino Rota e Morricone e proietteremo un suo videoclip “Across the river and into the trees”, che ha avuto buon successo. Avremo poi da Londra la cantante Alessandra Boldrini per chiudere in musica. Questa è la visione generale di quest’anno. Le proiezioni avverranno nella piazza 26 settembre 1997. Presenteremo io e Barbara Vegala, mia collega e attrice».

Valentina Tomada ci porta poi alla scoperta dei cortometraggi in gara.

«Abbiamo tanti corti italiani quest’anno e il livello è davvero notevole. Abbiamo certamente anche corti internazionali, ma quest’anno colpisce la grande qualità da parte degli italiani. Anche gli spagnoli stanno facendo un gran lavoro, con ben cinque corti in concorso. Abbiamo anche parecchi film di animazione quest’anno. Normalmente non ne prendiamo tanti, ma quest’anno sono davvero bellissimi. Abbiamo ricevuto più di 300 film di livello altissimo ed abbiamo faticato molto per trovarne solo 36. Le annate dei corti sono come quelle dei vini, ognuna ha un motivo principale e caratterizzante. Nell’edizione 2020 abbiamo invece una grande diversificazione. Un corto parla di bullismo, altri di immigrazione, violenza sulle donne, terremoto… tante cose che vengono trattate in modo estremamente originale con sceneggiature molto ben scritte. Quest’anno ci sono film molto profondi e impegnati, il che non significa lento e noioso, ma che fanno pensare e riflettere. Anche con una storia leggera danno comunque qualcosa in più ed è questo che cerchiamo nel nostro fest. Un messaggio di pace, i valori profondi dell’umanità. Un corto animato parla di amore di due pupazzetti fatti con l’uncinetto di grandissima profondità. Avremo anche il corto vincitore del David di Donatello in concorso, “Inverno”. Siamo molto scevri da sovra giudizi, un corto non viene ammesso automaticamente solo perché ha vinto premi prestigiosi, deve piacerci davvero».

Non può mancare un ringraziamento finale allora a chi ha reso possibile, anche quest’anno, tutto questo.

«Quest’anno siamo stati aiutati dal Comune che crede molto in noi. È una grande fortuna questa. Ci ha dato la possibilità di fare una manifestazione non online. Ad ora quasi tutti i festival si sono svolti online. Abbiamo la necessità inoltre di far prenotare i biglietti sul sito Eventbrite, perché dobbiamo essere tracciati a causa della pandemia. Abbiamo avuto un nuovo sponsor, Nuovo Imaie che tutela diritti immagine degli attori. Ha fatto tanto per noi attori quest’anno anche con sovvenzioni e rimborsi. Abbiamo poi la Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, la Cantina Bisci che darà un premio di 1000 euro al vincitore, il Rotary che è sempre al nostro fianco, Halley Informatica, San Marco Progetti e ovviamente il Comune di Fabriano. Anche la cittadinanza risponde molto bene, abbiamo venduto online 80 biglietti per ora e sono rimasti solo 10-15 a serata. Crediamo che il corto sia una buona forma di cultura, ogni anno vediamo più pubblico e ciò ci riempie di gioia, ci sentiamo ripagati del lavoro».

Danilo Ciccolessi

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