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Israele-Palestina La “tempesta” in Medio Oriente, servono accordi di pace

La soluzione deve guardare alla coesistenza di due Stati che assicuri la garanzia della tutela del carattere ebraico di quello israeliano e il diritto dei palestinesi a fondarne uno entro i confini precedenti al 1967

Ottobre 1973, ottobre 2023: come cinquant’anni fa si sta consumando una tempesta che può far esplodere il Medio Oriente. Occorrerebbe analizzare le ragioni politiche di questo attacco e sembrerebbe che a prevalere sia stata la propensione dell’Iran di evitare lo sviluppo degli accordi tra Israele e Arabia Saudita che cambierebbero gli assetti di potere in Medio Oriente.

L’aggressione di Hamas contro Israele è inaccettabile, ma noi dobbiamo capire più in profondità come esplode una crisi di questa portata. Perché Hamas è diventato così forte? Ritengo che non ci sia alcun nesso fra la tragedia ucraina e questa in Israele.

Tuttavia poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale andò come detto da Sergio Mattarella pochi giorni fa: l’Europa non percepì la complessità dei fatti mondiali che si susseguivano e che in apparenza non erano incatenati. Arretrò, dunque, fino a quando non si verificò la catastrofe. Speriamo che le sue lucide parole non diventino, tra qualche anno, una concretezza.

Penso che l’unica soluzione possibile tra Israele e Palestina sia la coesistenza di due Stati, che assicuri la sicurezza di Israele e il diritto dei palestinesi a fondare uno Stato entro i confini precedenti al 1967.

Bisogna spingere i contendenti verso accordi di pace che tengano conto dei diversi interessi in campo, cioè lo Stato palestinese e la sua sovranità, la questione di Gaza, l’avvenire di Gerusalemme, il problema dei rifugiati, gli accordi di sicurezza e le relazioni economiche. È evidente, però, che senza il ritiro israeliano dagli insediamenti nei Territori occupati e senza la garanzia della tutela del carattere ebraico dello Stato di Israele non è possibile raggiungere alcun obiettivo.

Un piano del genere potrebbe portare alla creazione delle condizioni per la cooperazione e la sicurezza, che garantirebbero pace, stabilità, progresso e crescita economica. Penso che anche l’Europa possa esercitare una rilevante influenza sulle prospettive di questa regione.

Filippo BartolucciConsigliere comunale Jesi (foto in primo piano)

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