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Cronaca

JESI IL 4 GENNAIO 1710 NASCEVA UN ALTRO GRANDE FIGLIO DI JESI: GIOVANNI BATTISTA PERGOLESI

JESI, 4 gennaio 2017 – Il 4 gennaio del 1710 nasceva Giovanni Battista Draghi, detto Pergolesi dal nonno Francesco, originario di Pergola, un altro grande figlio della nostra città.

La casa natia, in piazzetta Ghislieri, che si affaccia proprio su via Pergolesi, non c’è più, demolita agli inizi del XX secolo. Ma una lapide del 1920, a futura memoria, è lì a ricordarlo.

A Jesi iniziò a studiare organo e violino per poi partire, a 15 anni, verso Napoli, al conservatorio. Di lui si è detto e si è scritto tanto, vive continuamente a Jesi nei luoghi e nelle istituzioni che portano il suo nome, nel teatro di tradizione a lui intitolato, nell’opera della Fondazione che promuove l’omonimo Festival ma anche la cultura e il territorio.

Lirica, prosa, danza, concerti, spettacoli, progetti educativi e, tra poco, anche l’università se questa sarà destinata ad avere un auspicabile futuro.

Le cronache pergolesiane, poi, si sono arricchite ultimamente di un vivacissimo dibattito che riguarda il monumento del compositore che abbellisce la piazzetta la quale, ovviamente, porta il suo nome.

Spostarlo o non spostarlo da dove è stato messo nel 1910? Lasciarlo a guardare da vicino il santuario delle Grazie o arretrarlo per una ventina di metri e rimettere mano a tutto? Sarà necessario un referendum tra i cittadini per risolvere la questione?

Resta il fatto che quegli occhi marmorei guardano più in alto, presi da altri pensieri, immersi ancora in una vita, la sua, che durò appena 26 anni, stroncata da una tubercolosi – sin da piccolo era stato di salute cagionevole – in un convento di frati cappuccini a Pozzuoli, dove poi fu sepolto in una fossa comune.

A dispetto di questo brutale ritorno alla terra, alla polvere, del suo corpo, di Pergolesi resta la sua anima: la musica declinata in opere serie e buffe, sacre e strumentali, cantate e oratori.

E la consacrazione alla fama senza tempo con La serva padrona e lo Stabat Mater.

A noi comuni mortali e suoi concittadini, invece, l’onore e l’onere di renderlo sempre fiero anche della sua città.

(p.n.)

 

 

 

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