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Jesi Al “Piccolo” appuntamento con clarinetti e pianoforte

Domani la sonata del Maestro Giancarlo Aquilanti in prima assoluta, con Guido Arbonelli, Natalia Benedetti e Marta Tacconi

di Giovanni Filosa

Jesi, 10 dicembre 2022 – Prosegue la quinta edizione della rassegna musicale organizzata e curata da “Crescendo”, al Teatro “Il Piccolo” di San Giuseppe, con un terzo appuntamento che, come per i due precedenti, avvicinerà ancor di più il pubblico ad eventi che, seppur diversi l’uno dall’altro, comunicano quanto e come sia importante la musica, quale sia il suo ruolo nel creare un rapporto ancor più stabile nella comunità ed in famiglia, rafforzando legami e creando una profonda sensazione di armonia e benessere, di divertimento, gioia, emozioni e non solo.

La pianista Marta Tacconi, docente presso il Conservatorio “Morlacchi” di Perugia, direttrice artistica dell’attività musicale “Crescendo” di Jesi, concertista e musicista attiva da più di un decennio presso enti musicali e Fondazioni liriche nazionali, con il concerto di domani, 11 dicembre, ore 18, rende omaggio non solo alla musica, tutta la musica, ma anche regalando al pubblico, in prima assoluta in Italia, una sonata inedita.

Protagonista dell’evento di domenica “Crescendo in Concerto”, sarà una sonata del compositore concittadino Giancarlo Aquilanti.

I clarinettisti Guido Arbonelli e Natalia Benedetti e la pianista Marta Tacconi eseguiranno laSonata per due clarinetti e pianofortedel Maestro jesino, dedicata proprio alla coppia di fiati perugina e mai eseguita in Italia.

Ma andiamo per ordine, perché l’apertura del concerto è affidata a tre giovani promesse pianistiche dello “Studio Musicale Crescendo”: Vanessa Giulioni, Lucia Maria Vitali, Beatrice Fraboni, che eseguiranno musiche di Chopin e Rachmaninoff.

Aquilanti, che ho raggiunto a Stanford, California, dove insegna da oltre trent’anni, mi ha detto: «Non so mai che dire della mia musica, non riesco a descriverla, spiegarne il perché, da dove venga l’ispirazione o se sia un processo totalmente razionale. Le note sono lì, che parlano da sole, a disposizione di chi vorrà eseguirle ed ascoltarle. Ho scritto questa sonata per due clarinetti e pianoforte tra febbraio e aprile 2016. Un momento difficile della mia vita, pochi ne ricordo così complessi, confusi, contorti, alle prese con problemi insormontabili. Oggi riascoltando quelle note (non da compositore), ritrovo quei momenti, quasi li rivivo. Allo stesso tempo, quelle note, quegli accordi, quei contrappunti che si svelano tra i due clarinetti, mi ricordano quei giorni sopra il pianoforte come l’unico momento in cui la concentrazione mi portava via dai problemi e mi teneva al sicuro dal mondo esterno».

«La Sonata è stata scritta per due clarinettisti fenomenali: Natalia Benedetti e Guido Arbonelli, che vorrei ringraziare per la loro bravura e le innumerevoli ore passate allo studio di questo brano. Vorrei anche ringraziare la straordinaria pianista Marta Tacconi per aver creduto in questo brano e per averlo programmato in questo concerto».

Marta, che ha provato nei giorni scorsi a lungo coi colleghi clarinettisti, la definisce così: «Un aggettivo giusto per descrivere la Sonata per due clarinetti e pianoforte di Giancarlo credo sia imponente. La scrittura è ricchissima, e la parte melodica che “fiorisce” di continuo sembra quasi lottare per svincolarsi dalla struttura ritmica “portante”, caratteristica del compositore. Imponente è il dialogo fra i tre strumenti, tre personaggi, che si danno appuntamento nel corso dei quattro movimenti per vivere di volta in volta aspetti diversi di un universo emotivo. Si passa dalla serenità, leggerezza, spensieratezza del primo movimento, all’introspezione, all’intimità anche drammatica del secondo, a un severo ragtime del terzo che sembra voler ridare un ordine, una ricostruzione, al vissuto precedente, per concludere con il quarto, che definirei un elogio all’equilibrio sopra la follia».

«Un finale a sorpresa, quindi, dove i tre strumenti, dopo un lungo viaggio di circa 30 minuti, hanno ormai acquisito la saggezza che appartiene a chi ha percorso gran parte della sua vita e, dopo forse aver abbracciato anche la morte, si confrontano con lo specchio, in questo caso con lo spartito, e scoprono di aver acquisito il dono dell’ironia».

Un appuntamento da non perdere, domenica 11 dicembre alle ore 18 alPiccolo” di San Giuseppe.

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