Cronaca
Jesi Corteo Queer con qualche polemica – Video
Musica, canti e momenti di condivisione, partito alle 17 dal Palasport, tensione all’imbocco del tratto pedonale di Corso Matteotti, i dissuasori del traffico non hanno permesso l’accesso alla Furga, il furgone della musica che precedeva i manifestanti
17 Giugno 2023
Jesi – Si è svolto all’insegna della condivisione; delle riflessioni e di un pizzico di polemica – inutile – il primo Pride jesino, organizzato da Colla, la Collettiva Transfemminista cittadina per i diritti Lgbtq+.
Il corteo – una prima stima parla di circa 200 partecipanti – è partito nel pomeriggio, intorno alle 17, dal Palasport Ezio Triccoli, punto di ritrovo, per poi snodarsi lungo le vie della città, passando per via delle Nazioni fino ai giardini pubblici, Viale Cavallotti, Arco Clementino e Corso Matteotti, fino a raggiungere Piazza della Repubblica per il momento conclusivo.
Cammino del corteo intercalato da tappe durante le quali i partecipanti si sono fermati per condividere riflessioni sui valori del movimento transfemminista e sugli ideali promossi.
L’idea degli organizzatori era infatti quella di dare vita a un grande e festoso corteo «perché pride significa orgoglio e noi siamo orgogliose di non essere come ci insegnano, orgogliose di dare al piacere e al desiderio la priorità sulla norma, di camminare per strada non normate secondo gli standard di bellezza, di abilità, di sesso biologico, di ruoli di genere che il mondo capitalista ci impone da sempre».
Tra i momenti di riflessione più toccanti, quello dedicato al ricordo di chi non ce l’ha fatta e ha perso la vita nell’ultimo anno.
Musica e canti hanno accompagnato i manifestanti lungo il percorso, preceduti dalla Furga, il furgone che diffondeva musica annunciando l’arrivo del corteo a casse spiegate. Una manifestazione che si è svolta in un clima di assoluta tranquillità – dispiegati Polizia, Carabinieri e Polizia Locale, coordinati dal vice questore Mario Sica -, con la fermezza di chi sostiene valori in cui crede, se non fosse per il momento di tensione all’imbocco del tratto pedonale di Corso Matteotti.
In cui i Piromat, i dissimulatori mobili disposti per impedire il transito veicolare, se non ai mezzi di soccorso, non hanno permesso l’accesso alla Furga, che non ha potuto accompagnare il corteo nell’ultimo tratto del percorso, suscitando le polemiche dei partecipanti contro tale disposizione. Ma, è bene ricordare, vale per tutti, senza eccezioni.
La tappa finale è stato il ritrovarsi in Piazza della Repubblica, un ulteriore momento di condivisione, speranza e riflessioni.
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