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Cronaca

JESI Cucina unica per le mense, polemica in Consiglio

JesiServizi cerca un immobile da adibire a locale centralizzato per la preparazione dei pasti, Emanuela Marguccio: «Rischio “industrializzazione” »

JESI, 3 agosto 2021 – In arrivo un nuovo immobile da adibire a cucina unica centralizzata per la preparazione dei pasti destinati alle mense scolastiche.

È questa la conseguenza di ciò che l’Asp9 ha comunicato, in quanto la casa di riposo, dove attualmente i pasti vengono preparati, sarà presto interessata da lavori di ristrutturazione.

È dal 2013 infatti che i 1.500 pasti giornalieri per le mense scolastiche vengono preparate nella struttura di via Gramsci. Entro il mese di agosto 2022, fa sapere l’Asp, che li gestisce, c’è la necessità di disporre di quei locali.

Nel Consiglio comunale della scorsa settimana, la consigliera del Pd Emanuela Marguccio ha sollevato la problematica, chiedendo «se è vero che l’acquisto di un immobile da utilizzare per la mensa centralizzata è l’unica soluzione prevista, oppure sono al vaglio anche altre alternative per garantire la somministrazione dei pasti presso le mense cittadine limitando le spese ed evitando disservizi».

Il nuovo edificio in cui sarebbero accolte le attrezzature necessarie, in uso dall’anno scolastico 2022-2023, dovrà ovviamente essere dotato di caratteristiche specifiche e permettere la distribuzione del cibo entro i tempi necessari per conservarne la qualità.

Emanuela Marguccio

Cibo che, a oggi, è 100% biologico, e la distanza fra chi produce e chi consuma è minima, come ha ricordato il sindaco Massimo Bacci.

JesiServizi, si legge nell’interrogazione depositata, «ha dichiarato di essere interessata “unicamente ad acquisire un immobile a titolo di piena proprietà”». Immobile che verrebbe a costare tra i 500 mila e i 750 mila euro.

Grazie ai nuovi locali, la capacità di produzione di pasti dovrebbe aumentare fino a 2.500.

«Mi sembra che lo scopo sia quello di creare una mensa unica industrializzata», ha detto la consigliera Marguccio.

Due le offerte finora pervenute, spiegano da Piazza Indipendenza: una della Camst, che aveva offerto un immobile di 350 mq in via Achille Grandi (zona industriale ex Zipa) già adibito a cucina, con equipaggiamento usato ma in buono stato, e una della Ecg Costruzioni, che avrebbe messo a disposizione un locale senza attrezzature.

Secondo la pratica illustrata dal dottor Torelli, la prima è stata ritenuta l’offerta più funzionale, per cui la spesa massima che JesiServizi dovrà sostenere, sulla base del bando pubblicato, è di 700 mila euro.

Tanti i dubbi dell’opposizione sulla qualità dei pasti, sull’eventuale aumento dei costi di trasporto, e sul destino delle altre mense.

«La qualità dei pasti rimarrà invariata – ha rassicurato il primo cittadino – e potremo andare incontro alle esigenze di Comuni più piccoli in un servizio fondamentale».

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(e.o.)

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