Cronaca
Jesi Giancarlo Mazzanti, l’architetto del bello declinato al sociale – Video
Colombiano di origini jesine ha introdotto un nuovo modo di concepire la sua disciplina, divenendo famoso per aver riqualificato numerose aree periferiche restituendole alla collettività, rendendole vivibili e rivalutandone l’immagine
12 Novembre 2023
Jesi – Nel mondo dell’architettura contemporanea, il nome di Giancarlo Mazzanti identifica uno dei personaggi più importanti e innovativi di sempre, divenuto famoso per aver riqualificato numerose aree periferiche restituendole alla collettività, rendendole vivibili e rivalutandone l’immagine.
Mazzanti ha introdotto un nuovo modo di concepire la sua disciplina, valorizzandone il lato sociale e che abbia, inoltre, valenza per il futuro. Come si recupera, in una casa o in una città, il senso di vita comune, di comunità?
Una delle tante domande che sono corse nell’aula gremita dell’Iis Galilei di Jesi, il Liceo Economico Sociale che prepara gli studenti per un mondo in costante evoluzione.
Fra loro spiccava, a uno dei tavoli, un signore dall’aria assorta, sguardo vivace, che dialogava coi ragazzi, che avevano sui tavolini carta, matite e tutto il necessario per inventare. Un workshop sull’idea di bello per la città, per la casa, per il futuro, con un occhio alla natura.
Lui Giancarlo Mazzanti, di origini jesine, firma dell’architettura mondiale, uno dei progettisti colombiani più noti nel mondo, con all’attivo importantissime realizzazioni di carattere pubblico e sociale, che hanno trasformato, in Colombia, l’immagine di quartieri e aree urbane in diverse città, lavorava al fianco di tutti i ragazzi.
Presente anche il prof. Gianluigi Mondaini, della Politecnica delle Marche.
Insieme al suo gruppo denominato L’Equipo Mazzanti l’architetto ha realizzato progetti di valore mondiale, molti dei quali esposti nelle Sale Betto Tesei di Palazzo Pianetti sino al 9 febbraio prossimo nella mostra “La bellezza che cura” , che egli stesso ha inugurato.
A Giancarlo Mazzanti, prima della sua partenza da Jesi – era giunto mercoledì -, diretto oggi a Roma, abbiamo posto molte domande, ne è scaturita un’intervista corposa ma reale e senza filtri, che ha presentato il profilo lavorativo e sociale di un architetto che ha sempre sottolineato, nel suo lavoro, il senso di comunità.
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