Segui QdM Notizie
;

Cronaca

Jesi Giardini, i bulli minacciano il barista con una catena

Pasquetta con aggressione sfiorata per l’intervento del gestore de “Lo sBARello”, Matteo Montesi, che è riuscito ad allontanare i provocatori, ma poi sono ritornati

Jesi – Un inizio incoraggiante quello della stagione che si è aperta allo chalet Lo sBARello che, proprio a fine marzo, in anticipo di quache giorno, ha riaperto i battenti, in vista della bella stagione, ai giardini pubblici di Viale Cavallotti.

Incoraggiante per quanto attiene l’attività non certo, però, per quello che sta venendo alla ribalta della cronaca soprattutto in questi giorni con l’imperversare di branchi di 7/8 elementi (sarebbero 3) – le loro pericolose bravate non sono soltanto recenti – che hanno continuato ad agire nei luoghi frequentati dalla gioventù cittadina. Giardini pubblici di Viale Cavallotti compresi. E il bilancio delle ultime ore parla di pestaggi, denaro estorto, minacce. Ma gli autori, comunque, sono stati tutti identificati dalle Foze dell’ordine che li monitoravano da tempo.

«Hanno minacciato anche il nostro barista, gesticolando con una catena», al termine di un pomeriggio molto nervoso, quello del giorno di Pasquetta, racconta Matteo Montesi, conosciuto gestore de Lo Sbarello.

Tutto è cominciato quando due di questi bulletti hanno iniziato a prendersela con 2 ragazzi e 4 ragazze tranquillamente seduti ai tavolini dello chalet. Sguardi minacciosi verso di loro, provocazioni e poi «quando mi sono accorto che si erano impossessati di un paio di bicchieri con l’intenzione di scagliarglieli contro sono intervenuto per salvaguardare l’incolumità del gruppetto, facendoli tutti e sei avvicinare al bar».

Uno dei provocatori era convinto che gli altri avessero un coltello, «ma che stai dicendo», lo ha apostrofato di rimando Montesi che, invece, ha intimato loro di posare i bicchieri altrimenti avrebbe denunciato per furto i due. E nel frattempo mostrava la chiamata che stava effettuando al 112.

I due hanno deciso così di andarsene non senza essere raggiunti dal barista andatogli dietro per farsi ridare i due bicchieri che, comunque, si erano portati via.

Ma poco dopo le 19 sono di nuovo tornati, in gruppo, come sempre fanno, e in quel frangente si è verificato l’episodio della catena mostrata al barista, in quel momento rimasto da solo, con contorno di accensione e spegnimento degli accendini. Tutto, comunque, è poi finito lì, ma per poco non ci è scappata l’aggressione, sventata dal pronto intervento di Matteo Montesi che ormai ne ha viste, affrontate, subite, di cotte e di crude.

«Come possiamo definirle – commenta Matteo Montesi – se non persone sciocche, maleducate, irrispettose. Per quanto mi riguarda sono anni che subisco furti, di recente ho trovato lo chalet con porte e tavoli rotti, sono stati incendiati gli ombrelloni, strappati i fili della luce, danneggiati cestini dei rufiuti. Ed è stata anche vandalizzata la storica fontannella qui di fronte».

«Una situazione che va avanti da almeno un paio d’anni, e alla quale bisogna porre un freno. Anche perchè c’è chi vorrebbe farsi giustizia da solo, come una pentola a pressione che sta per esplodere. Ma, almeno, per questi ultimi avveninenti, le indagini stanno portando a una soluzione che dovrebbe essere vicina».

© riproduzione riservata

News