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Cronaca

Jesi Minacciati per denaro e al rifiuto dei due ragazzi il branco li pesta a sangue

Nella notte di giovedì presso i giardini di Viale Cavallotti, le urla delle amiche hanno messo in fuga la gang di aggressori, sul posto Carabinieri e 118

Jesi – Serie conseguenze per due jesini 21enni che nella notte di giovedì scorso sono stati pestati da altri sette ragazzi di origine straniera presso i giardini pubblici di Viale Cavallotti (foto in primo piano).

Non si tratta di una rissa, bensì a tutti gli effetti di un tentativo di estorcere denaro.

Una tranquilla serata, c’erano anche due loro amiche, stavano chiacchierando quando, secondo quanto si è riusciti a ricostruire, sono stati avvicinati da un ragazzo che ha esordito dapprima con la richiesta di una sigaretta passando poi a quella di denaro, altrimenti «sarebbe finita male».

I due gli hanno chiaramente fatto capire che non avevano nessuna intenzione di cedere a quella richiesta.

Il bullo, allora, si è allontanato ma poco dopo è ritornato insieme ad altri ragazzi, di una fascia d’età compresa tra i 16 e i 20 anni: si sono subito scagliati contro di loro picchiandoli a sangue, muniti anche di bottigliette di vetro, cercando di mettere a frutto il loro proposito.

Le ragazze con le quali si trovavano in compagnia, che hanno assistito all’aggressione, impaurite hanno cominciato a urlare chiamiamo i Carabinierie a chiedere aiuto.

La banda degli aggressori si è allora data alla fuga, senza essere riuscita a rimediare alcunchè, verso l’Arco Clementino.

Nel frattempo sul posto, arrivata la chiamata, sono giunti i Carabinieri della Compagnia di Jesi e il 118 che ha trasportato al pronto soccorso i due ragazzi vittime dell’aggressione, lamentavano traumi alla mandibola, a un dente, a uno zigomo e alla testa. In attesa di ulteriori accertamenti sono stati dimessi.

«Ho fatto la segnalazione sull‘App Municipium, invierò una pec da genitore per segnalare l’accaduto, di certo non posso pensare di vedere mia figlia rientrare a casa in quelle condizioni, piangendo impaurita. Stavo dormento, era intorno alle 2, subito ho pensato a un incidente stradale», racconta il padre di una delle ragazze che erano in compagnia degli aggrediti.

«Un cittadino deve poter vivere serenamente, – afferma -. Jesi è di tutti non deve essere in mano a certa gente».

«Certo, non si possono avere un Carabiniere sotto casa o una telecamera in ogni angolo, ma nei punti sensibili, dove si riuniscono i nostri ragazzi ce ne vorrebbero. A volte diciamo che le grandi città sono pericolose e invivibili, ma Milano l’abbiamo sotto casa», conclude il genitore amareggiato.

I componenti della gang responsabile della selvaggia aggressione, comunque, avrebbero le ore contate.

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