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Cronaca

Jesi Il caso Adinolfi, FdI: «I consiglieri presenti alla protesta si dimettano»

L’interrogazione in Consiglio comunale di Fratelli d’Italia intorno alla contestazione contro il giornalista e scrittore, «offeso il prestigio della nostra città nota per l’accoglienza», ma Filippo Cingolani (Jesi in Comune) replica: «Liberi di manifestare il nostro dissenso»

di Tiziana Fenucci

Jesi, 18 aprile 2023 – Il caso Mario Adinolfi a Jesi solleva polemiche tra maggioranza e opposizione, dopo la presa di posizione del Popolo della Famiglia che domenica ha denunciato pubblicamente l’atto di violenza verbale dei manifestanti contro lo scrittore e giornalista che aveva presentato, sabato, il suo libro Contro l’aborto. Con le 17 regole per vivere felici.

«Non ci faremo intimidire dalle vostre minacce e dai vostri insulti», aveva detto il coordinatore regionale Fabio Sebastianelli.

Nel frattempo è arrivata la dura presa di posizione di Antonio Grassetti, Fratelli d’Italia, che ieri ha accusato pubblicamente la manifestazione di protesta sottolineando come «è davvero una vergogna che nel 2023 si debba assistere a certe manifestazioni d’intolleranza, specialmente a Jesi, notoriamente città accogliente e democratica».

Antonio Grassetti

«Sembra che tra i manifestanti vi fosse anche qualche consigliere comunale di maggioranza», riferendosi al consigliere di Jesi in Comune, Filippo Cingolani.

Da qui la presentazione di un’interpellanza, che sarà proposta da Fratelli d’Italia al prossimo Consiglio comunale, che chiederà al Sindaco di prendere una posizione riguardo all’accaduto e chiederà le dimissioni del consigliere o dei consiglieri che hanno partecipato alla manifestazione.

🔴 Leggi anche: Jesi / Mario Adinolfi a San Nicolò e fuori monta la protesta – VIDEO

«Il consigliere o i consiglieri che hanno partecipato all’aggressione al giornalista, hanno offeso la città e si devono dimettere, anche se per farlo serve la dignità che non hanno dimostrato».

L’uscita di Mario Adinolfi dalla chiesa di San Nicolò

«Se il dubbio espresso dal consigliere capogruppo FdI  di Jesi, Antonio Grassetti, risultasse avere risposta positiva, sarebbe una cosa gravissima – ha commentato Fabio Sebastianelli del Popolo della Famiglia -. Mi chiedo anche, a questo proposito, se la manifestazione fosse autorizzata o no. Rappresentanti delle istituzioni che partecipano a manifestazioni violente non autorizzate non meritano di sedere in Consiglio comunale per cui, nel caso, mi auguro che sia lo stesso sindaco Fiordelmondo a pretenderne le dimissioni».

Immediata la risposta di Jesi in Comune riguardo alla polemica sollevata.

«Manifestare il proprio pensiero e, addirittura, il proprio dissenso è il sale della democrazia, quella di cui tutti godiamo (anche i Fratelli d’Italia) grazie a chi ha combattuto per la libertà contro il regime fascista. (…) fortuna che un consigliere comunale non rinuncia a manifestare liberamente e apertamente le proprie idee. E noi siamo con lui».

I manifestanti di sabato

Nel frattempo anche lo stesso Filippo Cingolani ha risposto alle accuse.

Filippo Cingolani

«Non mi sorprendono le parole scritte dal consigliere Grassetti. Del resto fa parte del partito che ha espresso un presidente del Senato che ha il busto del duce in casa. Per la cronaca Adinolfi è stato libero di presentare il suo libro a Jesi. Io, con una cinquantina di altre persone, ci siamo sentiti liberi di manifestare il nostro dissenso perché, che piaccia o meno al consigliere, in Italia grazie alla nostra Costituzione Democratica e Antifascista c’è ancora la possibilità di manifestare le proprie idee».

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