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Cronaca

JESI La Casa di riposo risveglia la polemica in Consiglio comunale

Casa di riposo jesi

L’assessora Marialuisa Quaglieri alle interrogazioni di Silvia Gregori e Francesco Coltorti: «La nostra preoccupazione è proteggere gli ospiti, ma i tamponi sono somministrati dall’Asur»

JESI, 12 maggio 2020Doppia interrogazione quella presentata dalle forze di minoranza nel Consiglio comunale odierno sulla questione relativa alla Rsa jesina. La seduta, tenuta sulla piattaforma Zoom, ha visto la consigliera Silvia Gregori (Forza Italia) e Francesco Coltorti (Jesi in Comune) avanzare dubbi sulla gestione della Casa di riposo, considerati i gravi episodi di positività al Covid nelle strutture di San Marcello e soprattutto di Cingoli.

La problematica

Com’è noto, dallo scorso 3 marzo «ha preso servizio presso la Rsa Vittorio Emanuele II una nuova dipendente proveniente dalla Residenza protetta di Cingoli», dove si sono diffusi «numerosi casi di contagio sin dai primi del mese di marzo quale diretta conseguenza di un processo di contaminazione risalente almeno a metà del mese precedente».

Sappiamo infatti che il tempo di incubazione del virus arriva fino a 15 giorni. La dipendente è poi risultata positiva, sollevando immediate polemiche.

Francesco Coltorti, consigliere Jesi in Comune

Le perplessità risiede nel fatto che alla suddetta dipendente non sia stato effettuato il tampone prima del trasferimento. In particolare, il consigliere Francesco Coltorti si chiede se l’operatrice, «pur non essendo stata a contatto con gli anziani, possa invece esserlo stata con il personale sanitario e (fino a una certa data in cui erano concesse le visite) anche con i parenti degli utenti».

La consigliera Silvia Gregori (che per prima aveva sollecitato la “chiusura” della Casa di riposo, ancor prima che l’Italia intera venisse dichiarata zona rossa) contesta inoltre l’accesso di «almeno 5 persone» nella struttura, parenti di ospiti, mentre in linea teorica le porte della Rsa sarebbero chiuse ad esterni.

E di nuovo ci si chiede legittimamente se l’affermazione dell’assenza di contagi tra gli ospiti sia suffragata da effettivi risultati degli adeguati tamponi.

Silvia Gregori

Silvia Gregori, consigliera Forza Italia

La risposta dell’assessora

Le due interrogazioni sono state accorpate perché similari. La risposta è arrivata dall’assessora Marialuisa Quaglieri.

«Quando si parla della Casa di riposo, si parla di persone fragili, e la questione non va presa alla leggera – ha premesso -. Tuttavia ci sono delle regole, ovvero un decalogo dell’Istituto superiore di sanità rivolto alle strutture socio-sanitarie che è stato puntualmente seguito. La dipendente della portineria non ha contatti con gli anziani e ha sempre usato rigorosamente gli appositi dpi. Sono previste procedure di isolamento per gli ospiti che hanno avuto contatti a rischio o vengono dall’ospedale per altre ragioni, esiste un codice di comportamento per il personale, è obbligatorio controllare segni e sintomi negli operatori e negli utenti e comunicarli tempestivamente al medico, sono sospese attività di animazione e accesso da parte dei familiari».

L’assessora Marialuisa Quaglieri

«Quanto al nostro operato, l’Asp9 ha attuato tutto quello che è stato ordinato dall’Asur, organo preposto alla gestione di tali dinamiche: è l’Asur che decide se effettuare tamponi o noAbbiamo chiesto più volte i tamponi, la famiglia Urbani aveva chiesto il supporto di Medici senza Frontiere già due mesi fa, associazione che ha aiutato più le Case di riposo che non gli ospedali, questo perché è abituata a gestire le emergenze, e se ce ne fosse stato bisogno avrebbero consigliato miglioramenti sulla gestione. Abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre competenze, non possiamo obbligare l’Azienda sanitaria regionale a effettuare tamponi. È anche nostra la preoccupazione di proteggere gli ospiti della Rsa».

Tuttavia la polemica è continuata, e il presidente del Consiglio comunale Daniele Massaccesi ha concesso una contro-risposta eccezionale all’assessora e ai consiglieri

Alla consueta richiesta, Silvia Gregori si è detta insoddisfatta della risposta.

«L’assessora non ha risposto alla mia domanda: perché alcune persone, fatto che conosco in prima persona, hanno continuato ad accedere alla struttura? Inoltre – ha aggiunto – il fatto che l’operatrice provenisse dalla struttura di Cingoli e non abbia affrontato tampone e isolamento è grave, e ha messo a repentaglio la sicurezza degli ospiti».

«Sappiamo che amministrare, soprattutto in periodi come questo – ha sottolineato Francesco Coltorti – è difficile, ma ritengo che l’intervento dell’Amministrazione sia stato tardivo. La pressione del nostro gruppo consiliare avrebbe dovuto far nascere un intervento più precoce, finora la fortuna ci ha assistito, ma speriamo in una politica più puntuale».

La contro-risposta concessa all’assessora si è diretta al consigliere di Jesi in Comune.

«Non accetto che si dica tardivo il nostro intervento, non è corretto nei confronti di chi ha continuato a lavorare seriamente, rispettando le persone e lavorando tenendo a mente il loro bene. Ben venga, tuttavia, il sollecitare i tamponi. Dal canto nostro abbiamo mantenuto contatti continui con la Rsa e gli altri enti, ma la risposta viene sempre dall’Asur».

Elisa Ortolani

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