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Cronaca

Jesi Lavoratori ex Caterpillar: «Attesa finita, vogliamo tornare a lavorare»

Nel Consiglio comunale di ieri l’intervento del delegato sindacale, oltre un anno e mezzo di cassa integrazione con stipendi da 1.000 euro, nello stabilimento nessun movimento, il sindaco Fiordelmondo: «Il 6 dicembre l’incontro tra sindacati e azienda, serve materializzare l’accordo»

Jesi – Dopo aver menzionato durante lo scorso Consiglio comunale le situazioni critiche di Cnh ed ex Caterpillar – attualmente assorbita da Imr – il sindaco Lorenzo Fiordelmondo nell’assise comunale di ieri ha deciso di dare spazio proprio alla voce dei lavoratori acquisiti da Imr che a dicembre 2021 aveva promesso, nell‘accordo sottoscritto da rappresentanti aziendali, dipendenti e istituzioni, di avviare nei due anni successivi un processo di reindustrializzazione dell’azienda, a cui avevano aderito 105 dipendenti, della quale, di fatto, fino ad oggi, non si è vista l’ombra.

«Siamo a denunciare un ritardo nell’attuazione del piano di reindustrializzazione dell’azienda, che ai nostri occhi è inaccettabile – ha sottolineato Davide Fiordelmondo rappresentante delegato dei lavoratori ex Caterpillar -. E’ ormai più di un anno e mezzo che siamo in cassa integrazione con salari che superano di poco i 1.000 euro al mese, tanti lavoratori hanno chiesto all’azienda l’anticipo del Tfr per poter reggere economicamente questa fase che sapevamo sarebbe stata ancor più dura della lotta in sé per sé».

Davide Fiordelmondo, rappresentante delegato dei lavoratori ex Caterpillar, il sindaco Lorenzo Fiordelmondo

«E’ anche vero che da gennaio, da quando Imr ha le chiavi del capannone, non abbiamo visto nessun movimento dentro la fabbrica né per manutenzione all’impianto né per introdurre macchinari. Abbiamo dato fiducia a Imr perché, poco prima che partissero le lettere di licenziamento, l’azienda si era presentata al Ministero con un piano industriale credibile, forte anche delle due reindustrializzazioni che aveva già attuato prima di noi», ha spiegato il delegato sindacale che ha ripercorso le tappe di questi due anni di lunga attesa.

«Inizialmente Imr si è presentata dicendoci che avrebbero portato a Jesi 3 linee produttive dalla Polonia, che avrebbero impiegato più di 190 lavoratori dentro questo sito produttivo, a dicembre avevano addirittura ampliato il piano industriale dicendoci che, oltre alle tre linee, avrebbero introdotto due linee aggiuntive una per la produzione dei contenitori dei pezzi finiti e una per il riciclo dei materiali di scarto».

«Ma col passare del tempo sono state smantellate le tre linee produttive e presentato un ulteriore piano industriale, ovviamente sulla carta, che prevede lo spostamento di alcune lavorazioni della Lamborghini da Teramo a Jesi, preludio di un ulteriore passo avanti nel dedicare l’intero stabilimento jesino proprio alla Lamborghini».


«Il filo conduttore di tutti questi cambiamenti è che, di fatto, per ora il capannone è rimasto vuoto e non vediamo nessun movimento. Noi vogliamo tornare a lavorare, ma al momento lavorano solo 7 impiegati all’interno dello stabilimento».

«Ci avevano detto che per chi voleva mantenere uno stipendio pieno c’era la possibilità di lavorare a Teramo, ma questo è avvenuto solo per alcuni e per un periodo limitato. A dicembre 2022 ci avevano detto che avrebbero ampliato il piano industriale e i lavori sarebbero partiti in primavera, a marzo invece hanno cambiato il piano industriale spostando l’inizio lavori a luglio 2023».

«A luglio hanno cambiato per la seconda volta il piano industriale spostando ulteriormente la partenza dei lavori a settembre-ottobre 2023, ad ottobre, infine, ci hanno detto che i lavori sarebbero partiti a metà novembre e i primi dipendenti avrebbero iniziato la formazione a dicembre».

«A novembre avremmo dovuto incontrarci con l’azienda per definire quali e quanti lavoratori avrebbero iniziato ma l’azienda ha fatto saltare l’incontro. Noi vogliamo tornare a lavorare, questi cambiamenti continui ci stanno portando all’esasperazione. Vogliamo parlare con il Ministero per una verifica del piano industriale, così come era previsto dall’accordo e chiediamo certezze sulla sua validità e qualità».


«Vogliamo garantirci un presente ma anche una prospettiva per il futuro, chiediamo che la Regione, il Ministero e Confindustria si assumano la responsabilità dell’attuazione dell’accordo firmato e del processo di reindustrializzazione».


«Il momento dell’attesa è finito ci servono risposte certe e, se sarà necessario, per ottenerle utilizzeremo la lotta come abbiamo già dimostrato di saper fare».

Piena solidarietà ai lavoratori da parte di tutti i gruppi consiliari di maggioranza e opposizione.

«Avete difeso con forza il vostro posto di lavoro di fronte all’inerzia di un datore che non ha mantenuto la parola. Se si tratterà di riprendere la lotta, saremo con voi» ha detto Agnese Santarelli di Jesi in Comune.

«Pensavamo che Imr fosse la soluzione alle problematiche dell’azienda, siamo sorpresi ma il problema va affrontato. Una battaglia che la città deve portare avanti insieme», ha rimarcato Giancarlo Catani, di Patto per Jesi.

«Dietro ogni lavoratore c’è una famiglia, la situazione è pesante ed è importante che alle parole seguano i fatti, possiamo trovare la soluzione insieme», ha sottolineato Antonio Grassetti di Fratelli d’Italia.

«Il Pd è con voi in questa battaglia», ha detto Paola Montecchiani.

Lorenzo Fiordelmondo

«Quando c’è una tensione, l’Amministrazione comunale deve intervenire per ritrovare un equilibrio – ha evidenziato il Sindaco Lorenzo Fiordelmondo -, ringrazio la solidarietà di tutti i gruppi consiliari e i lavoratori per aver partecipato a questo incontro. Con loro ci teniamo continuamente aggiornati sullo stato delle cose così come stiamo mantenendo vivo il confronto con la Regione Marche, circa un mese e mezzo fa l’incontro con l’assessore Aguzzi, proprio ieri un’interlocuzione telefonica con il suo staff, siamo in attesa di un incontro tra le istituzioni e l’azienda che avverrà a stretto giro».

«Dai contatti avuti finora con l’azienda posso dirvi che da parte loro c’è stato il conforto verbale che i lavoratori saranno chiamati a dicembre per la formazione, come avevano promesso. Nel frattempo abbiamo preso contatti con i parlamentari a Roma e se servirà li attiveremo».

«Questa storia è nata il 10 dicembre del 2021 e ci stiamo avvicinando due anni dopo a quella stessa data. Il 6 dicembre è previsto un incontro tra rappresentanti sindacali e azienda, è necessario che l’accordo venga materializzato. Se la soluzione materiale non si troverà e voi lavoratori riterrete che la battaglia sia uno strumento utile, i gruppi politici e le forze istituzionali saranno al vostro fianco», ha concluso il Sindaco.

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