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Cronaca

Jesi Manuel D’Urzo, l’ex ospedale sede del Liceo Artistico, tesi da 110 e lode

Laboratori d’arte, aule aperte, ambienti dedicati alla vita sociale, il progetto dell’ex studente dell’Istituto “Mannucci” per riqualificare l’area del “Fatebenefratelli”

Jesi – La riqualificazione dell’ex ospedale Fatebenefratelli diventa un progetto da tesi di laurea.

E’ stato il giovane Manuel D’Urzo, di origine chiaravallese, ex studente del Liceo Artistico Mannucci di Jesi e neo laureato in Interior Design presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, a realizzare il progetto di riqualificazione della struttura al fine di realizzare proprio lì la nuova sede liceale.

Un lavoro di documentazione e ricerche sulla storia della struttura e sull’evoluzione nella storia degli spazi educativi, che lo ha portato alla stesura del progetto, un elaborato che gli ha permesso di conseguire la laurea triennale, pochi giorni fa, con il massimo dei voti: 110 su 110 e menzione speciale.

«Da troppo tempo questa architettura è rimasta un non luogo e la cittadinanza non ha ancora potuto beneficiare di questa storica bellezza, le proposte sono moltissime e molti personaggi dicono la propria, è bene, a mio parere, che se ne parli e che si trovi nel breve tempo una soluzione definitiva», ha spiegato Manuel D’Urzo.

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Sulla riqualifica della struttura del vecchio ospedale, in effetti, le proposte e i progetti presentati nel corso degli anni sono molti. Anche l’idea di realizzare in quegli spazi la nuova sede del Liceo Artistico era stata avanzata già lo scorso anno. Sulla progettazione della scuola, però, nessuno ancora aveva dato forma a un progetto vero e proprio.

«La riqualificazione che ho ipotizzato prevede la presenza di spazi dedicati alla comunità e di spazi dedicati alla scuola, in continua comunicazione tra loro trattandosi di una struttura che si trova in una posizione strategica di collegamento tra Corso Matteotti e Viale della Vittoria. Il progetto realizzato si fonda su di un recupero dell’esistente» ha spiegato.

«Trattandosi di un palazzo Settecentesco, il recupero prevede di valorizzare le particolarità tipiche dell’epoca, eliminando i manufatti realizzati più di recente, con il nuovo ospedale, per tornare a riscoprire le belle arcate, i pergolati, gli ampi spazi dei locali – perché al tempo i malati erano ricoverati in stanzoni giganti – e utilizzarli per farne dei laboratori creativi. Spazi che educhino alla bellezza, in linea con la tipologia di scuola che andrebbe a occuparli», il Liceo Artistico, appunto.

Al piano terra il progetto prevede spazi aperti alla comunità, come la biblioteca, la ludoteca, un bar, ma anche spazi studio e laboratori per arti e mestieri in cui artisti e artigiani della città potrebbero appoggiarsi liberamente e da cui gli studenti attingerebbero esperienze e conoscenze. Un dialogo continuo tra scuola e comunità possibile grazie alla condivisione degli ambienti.

«Centrale per la socializzazione sarà anche la piazza, pensata con la grande lanterna al centro, e la galleria che congiungerebbe Corso Matteotti e il Viale della Vittoria, passando all’interno dell’area, che resterebbe aperta h24 per il transito dei pedoni e diventerebbe galleria d’arte con le opere degli studenti».

«La disponibilità degli spazi consentirebbe di ampliare anche l’offerta formativa del Liceo Artistico di Jesi, che attualmente si sviluppa sugli indirizzi di arti figurative e design, ma come accade in quello di Ancona, potrebbero essere inseriti ulteriori indirizzi».

«Per la realizzazione del progetto è stata fondamentale un’attività di ricerca sulla storia dell’edificio e sull’evoluzione della didattica, da cui è emerso come gli studenti di oggi siano più tecnologici rispetto al passato e in questo vadano agevolati con ambienti adatti alle nuove esigenze. Ringrazio i docenti che mi hanno seguito nella tesi: la relatrice Mascia Ignazi e il correlatore Simone Pirro, ringrazio anche l’architetto Mario Talacchia, con il quale ho avuto modo di confrontarmi nel corso della tesi, aveva anche lui realizzato un progetto visionario sulla destinazione d’uso dell’ex ospedale».

L’augurio che possiamo fare a Manuel è che questo progetto possa un giorno diventare realtà.

Sulla destinazione d’uso della struttura dell’ex ospedale ancora non ci sono aggiornamenti, l’area è per la maggior parte proprietà dell’Azienda sanitaria e che il Comune di Jesi ne detiene solo il 12%.

Manuel nel frattempo continuerà a formarsi, ha già deciso di intraprendere la laurea specialistica indirizzandosi verso il settore dell’ecosostenibilità ambientale.

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