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Cronaca

Jesi Mostra Virna Lisi, la visita del regista Pier Luigi Pizzi

«Ho lavorato con lei in più occasioni, era un’artista di enorme talento, una persona vera, della quale conservo uno splendido ricordo»

Jesi“Con quella bocca lei potrebbe dire ciò che vuole” è lo slogan di un famoso dentifricio, di quelli che ti entrano in testa e che ha avuto un solo volto, quello di Virna Lisi.

Nata ad Ancona l’8 novembre del 1936 e vissuta con la famiglia a Jesi, scomparsa a Roma il 18 dicembre 2014, l’attrice è protagonista della mostra a Palazzo Bisaccioni inaugurata lo scorso 15 dicembre, alla presenza della famiglia, che la celebrerà fino al 5 maggio 2024.

Un’esposizione che ieri, venerdì, ha ricevuto una visita a sorpresa, quella del più grande regista lirico italiano, Pier Luigi Pizzi.

«Ho lavorato con Virna Lisi in più occasioni – ha ricordato – tra le quali un film per la regia di Nanni Loi e “Una Vergine per il principe” con Vittorio Gassman. Era un’artista di enorme talento, persona squisita, vera, della quale conservo uno splendido ricordo».

Lucia Chiatti e Pier Luigi Pizzi

Una visita veloce ma doverosa quella del regista, accompagnato per l’occasione da Lucia Chiatti, direttore generale della Fondazione Pergolesi Spontini. Virna Lisi un’attrice preziosa, elegante che non scendeva a patti con copioni che non la rappresentavano. L’Attrice per eccellenza.

La mostra, voluta dal direttore della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, Mauro Tarantino, dalla Fondazione Virna Lisi e dal Centro Sperimentale di Cinematografia in collaborazione con Rai Teche, ripercorre tutta la carriera artistica dell’attrice sin da quando a 15 anni iniziò a recitare nel suo primo musicarello, con non poche perplessità del padre Dario Pieralisi, amico del regista.

Virna in quell’occasione fu scelta proprio perché, con la sua giovane età, il suo viso fresco e pulito, trasmetteva semplicità, purezza e ingenuità al personaggio che doveva interpretare.

Pier Luigi Pizzi alla mostra

Tante le foto che ripercorrono i vari stadi della sua carriera, da quando, giovane 15enne, interpretò “Napoli Canta”, al film che la consacrò nel 1956, “La donna del giorno” dove interpretò il.ruolo forte di una donna violata. Dopo soli due anni di attività, i rotocalchi iniziarono a dedicarle le copertine dei settimanali più importanti, a dimostrazione che già negli anni ’50 era un’icona di stile ed eleganza, mai volgare.

Virna Lisi lavorò molto anche in teatro con grandi maestri quali Michelangelo Antonioni, Giorgio Strehler, Luigi Squarzina. Lavorò con Monica Vitti, Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Totò e tanti altri.

Poi vi fu il periodo americano, quando venne convocata a un cast perché stavano cercando la nuova Marilyn Monroe. In verità non credette mai molto in quel provino ma, al suo ritorno a Roma, c’era già una raccomandata ad attenderla: avevano scelto lei.


Emblematiche e profetiche le parole che l’attrice rilasciò durante un’intervista, in cui raccontava che al suo arrivo a Hollywood, tutti i giardini erano pieni di fiori, tanto che con sorpresa ne trovò pieno il camerino, salvo poi accorgersi che erano finti.

Sì, perché il periodo americano per la l’attrice non fu semplice, anche se icona riconosciuta a livello mondiale, molti la volevano solo per la sua bellezza, che spesso le chiedevano di ostentare, ma che in realtà strideva con il suo essere donna semplice, vera, autentica capace di dare tanto, forse proprio quello che meno le veniva richiesto.

Fu proprio lei che, nella seconda metà degli anni Sessanta, strappò coraggiosamente il contratto che l’avrebbe legata per 7 anni alla casa cinematografica, proposta che decise di non accettare.

Pagò penali per anni ma tornò in Italia dove il cinema è la tv la attendevano: nel ’77 iniziò ruoli impegnati dove interpretò la sorella di Nietzsche, nell’80 la troviamo ne “La cicala”, poi negli anni ’90 l’esplosione internazionale con la “Regina Margot” di Patrice Chéreau, con cui fu premiata a Cannes e ottenne il Cesar, l’oscar francese.

Il suo ritorno in Italia la trovò ancora più matura e capace di interpretare personaggi forti, impegnati.

Una mostra da vedere, studiare, per conoscere una diva antidiva che nonostante la sua vita davanti a una telecamera amava la semplicità, la famiglia, il marito Franco Pesci e il figlio Corrado, e poi i nipoti.


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