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Cronaca

Jesi Ospedale e Casa Comunità, 10 posti letto in meno e servizi non garantiti

Franco Pesaresi, direttore Asp 9: «Con questi numeri quello di Jesi diventa il progetto più costoso delle Marche, e le liste di attesa rischiano di non migliorare»

Jesi – Apre a una riflessione concreta e profonda la valutazione dei dati progettuali su Ospedale e Casa di comunità, approvati recentemente dall’Ast, fatta dal direttore dell’Asp Ambito 9, Franco Pesaresi che nel suo blog, da privato cittadino non ce la fa a stare in silenzio sulle incongruenze emerse da entrambi i progetti, in ballo la qualità dei servizi sanitari al cittadino.

In base agli atti regionali, ha spiegato Franco Pesaresi, l’Ospedale di comunità di Jesi, che verrà realizzato vicino al “Carlo Urbani”, per una dimensione di 1.659 mq e con un finanziamento di 5.689.493 euro, prevedeva in origine 40 posti letto.

Franco Pesaresi

Il costo di realizzazione è di 142 mila euro a posto letto, che si attesta tra i più alti delle Marche, ha sottolineato il direttore. Ma in base ai dati dell’Agenzia sanitaria nazionale «un Ospedale di comunità di 40 posti letto dovrebbe avere 2.000 mq di spazio interno che è sensibilmente superiore ai previsti 1.659 mq» ha rilevato.

«Il 10 agosto 2023 l’Ast di Ancona ha affidato gli incarichi per la progettazione (e la verifica) delle due opere, confermando i finanziamenti stabiliti a suo tempo. L’Ospedale di comunità avrà però 30 posti letto rispetto ai 40 di cui si era parlato in precedenza».

«Questo risolve un problema ma ne apre altri due. La dimensione dell’Ospedale di comunità adesso è molto spaziosa ma il territorio perde improvvisamente 10 posti letto senza alcuna spiegazione», ha sottolineato Pesaresi, ponendo l’attenzione anche sul notevole aumento dei costi che arriva a 190.000 euro per posto letto, contro il costo medio di 120 mila euro degli altri 4 Ospedali di comunità marchigiani.

La situazione non migliora, ha spiegato il direttore di Asp 9, se analizziamo i dati del progetto della Casa di Comunità. Quella che sorgerà a Jesi, è la tipologia Hub, la più grande, completa di tutti i servizi sanitari.

«Per accogliere i quali occorrono almeno 24 locali operativi che richiedono nel complesso una dimensione minima di 800 metri quadri», in base al decreto ministeriale.

E qui arriva il problema «c’è una differenza stratosferica fra la dimensione minima di 800 mq e quella prevista nel progetto approvato dalla Regione Marche che considera spazi solo per 130 mq. Un finanziamento di 1 milione 600 mila euro per una struttura di soli 130 metri quadrati, una contraddizione».

Pronto soccorso Ospedale Carlo Urbani

Le dimensioni ridotte rispetto agli standard nazionali comportano il rischio di non poter ospitare tutti i servizi previsti dalla normativa «sottraendoli così alla popolazione, non potranno essere erogati normalmente a causa della mancanza di spazi».

Questa situazione potrebbe rivelarsi molto dannosa per la qualità del servizio al cittadino, ha evidenziato Pesaresi, soprattutto se tra le ipotesi c’è quella di dislocare all’adiacente ospedale “Carlo Urbani, i servizi che restano fuori, perdendo così l’opportunità di ridurre le liste d’attesa e di essere più vicini al cittadino.

Nell’ambito di questo rinnovamento, «se si decidesse di collocare anche il Punto unico di accesso (Pua), all‘ingresso del “Carlo Urbani“, come è stato proposto, questo avrebbe il compito di accogliere gli utenti dei servizi territoriali, e non ospedalieri, orientandoli nell’accesso a servizi», ha spiegato il direttore.

«Ma la sua presenza all’ingresso provocherebbe una grande confusione per gli utenti ospedalieri che si rivolgerebbero anche loro al Pua pensando che possa rispondere ai loro quesiti».

Una collocazione quindi che, secondo Pesaresi, può portare solo al verificarsi di equivoci.

«Così, proprio, non può funzionare», ha concluso.

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