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Cronaca

JESI PADRE DISABILE CHIEDE AIUTO AI CARABINIERI: ARRESTATO IL FIGLIO PER MALTRATTAMENTI E LESIONI AGGRAVATE

Il maresciallo Roberto Scarpone

Il maresciallo Roberto Scarpone (foto CriCo)

JESI, 27 gennaio 2016 – Era da qualche anno che un giovane albanese, ora 21 enne, abitante a Jesi, maltrattava  il padre disabile, sia con offese verbali che con violenze fisiche. E i carabinieri lo hanno tratto in arresto.

Nel tardo pomeriggio di ieri, 26 gennaio, alla centrale operativa dei carabinieri di Jesi è giunta la richiesta di aiuto da parte di un uomo che, in lacrime, lamentava di essere stato vittima  – per l’ennesima volta –  di  maltrattamenti da parte del figlio convivente.

Per verificare quanto denunciato, un equipaggio del radiomobile, diretto dal  maresciallo Roberto Scarpone, si è precipitato sul posto, accertando che effettivamente K.G., di anni 45, disabile, poco prima era stato fatto oggetto, mediante l’utilizzo di un bastone in legno, di violenze fisiche da parte del figlio che, all’arrivo dei militari, si era dileguato, non prima di aver prelevato la carta di credito del genitore.

Sono così iniziate le ricerche del giovane che, dopo circa un ‘ora, è stato rintracciato a qualche isolato dalla propria abitazione.

Durante la fase degli accertamenti, ascoltati parenti e amici, i militari hanno appreso dalla stessa vittima, che da almeno tre anni oramai subiva maltrattamenti, anche violenti, da parte del figlio. Nello stesso pomeriggio di ieri erano stati addirittura numerosi ed a più riprese i maltrattamenti subiti per futili motivi, tanto da dover ricorrere alla cure dei medici del locale pronto soccorso del “Carlo Urbani” i quali gli hanno prognosticato lesioni guaribili in 10 giorni.

Il giovane 21 enne è stato condotto in caserma per gli approfondimenti necessari, al termine  dei quali, ritenuta la pericolosità sociale, vagliate le circostanze aggravanti e tenuto conto della personalità, è stato dichiarato in arresto per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate e trattenuto nelle camere di sicurezza in attesa della celebrazione del rito direttissimo.

(p.n.)

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