Segui QdM Notizie
;

Eventi

Jesi “Stop al nuovo Codice della stra…ge”, la manifestazione

Organizzata da Fiab Vallesina, JesiClean, Wwf, Legambiente Circolo Azzaruolo e Fondazione Michele Scarponi, la partenza in bici è alle 10.30 di domani, domenica 10 marzo, dai giardini pubblici con flash mob in Piazza della Repubblica

Jesi – Anche la nostra città si mobilita, insieme a tanti altri Comuni italiani, con la manifestazione Stop al nuovo Codice della strada-strage“, prevista per domani, domenica 10 marzo, per fermare la revisione del Codice della Strada, proposta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che sarà discussa nei prossimi giorni in Parlamento.

Da qui la mobilitazione organizzata da Fiab Vallesina, JesiClean, Wwf, Legambiente Circolo Azzaruolo Jesi e Fondazione Michele Scarponi, che prevede come punto di ritrovo i giardini pubblici di Viale Cavallotti alle 10.30 per una pedalata verso il centro con arrivo in Piazza della Repubblica. Per chi non vorrà prendere la bici l’appuntamento sarà alle 11, direttamente in piazza.

«Si parte con una pedalata in bicicletta da ciclisti, per arrivare in Piazza per un flash mob, trasformandoci in pedoni, così da portare la protesta di entrambe le categorie di “soggetti più deboli” della strada, che con il disegno di legge C. 1435 godranno di minor sicurezza nelle città», hanno spiegato gli organizzatori.

Sono 3.159 le persone morte in collisioni sulle strade nel 2022, con un aumento del 9% rispetto al 2021 e solo una leggera diminuzione rispetto al 2019, mentre 223.475 sono stati i feriti. Il 73% delle collisioni avviene in ambito urbano. L’assenza di sicurezza stradale è la prima causa di morte i giovani sotto i trent’anni.

Una situazione, quella italiana, che è un’anomalia in Europa: se in Gran Bretagna i morti in strada per milione di abitanti sono 26, in Germania 34, in Spagna 36, in Italia siamo a 53 (fonte: Commissione Europea 2022), dato in crescita rispetto all’anno precedente. Le principali cause di morte sono (secondo l’Istat) l’eccesso di velocità, la guida distratta e la mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti.

Queste cause non vengono prese in considerazione dalla riforma del Codice della Strada voluta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che sarà discussa nei prossimi giorni in Parlamento.

La riforma viene proposta “per salvare vite in strada”, ma nella sostanza prefigura il persistere della strage. Infatti, limita pesantemente l’autonomia di azione delle Amministrazioni comunali, attacca e depotenzia Ztl, aree pedonali, sosta regolamentata, controlli elettronici e mobilità ciclistica. Misure che ci allontanano dagli obiettivi del Piano Sicurezza Stradale 2030.

La proposta di riforma da una parte promuove misure-vetrina, come l’inasprimento di alcune pene o l’alleggerimento delle limitazioni ai neopatentati, e dall’altra strizza l’occhio a chi vìola sistematicamente le regole.

Vengono meno i presupposti per la tutela di chi è più vulnerabile e si indebolisce la convivenza tra i diversi utenti della città. Misure inefficaci e dannose che non migliorano le norme attuali e addirittura vanno ad aggravare la situazione, poiché non agiscono sulle cause della strage e sulla prevenzione.

La richiesta è una città vivibile e strade sicure, la sicurezza stradale ha un’altra direzione. Serve un approccio scientifico e sistemico: agendo sulla moderazione della velocità, non solo attraverso i limiti ma anche con controlli e ridisegno dello spazio pubblico.

Occorre realizzare interventi normativi a favore della mobilità attiva e del potenziamento del trasporto pubblico, e agevolare percorsi verso le Città 30, prendendo esempio da Bologna.

“Stop al Nuovo Codice della Strada Strage” è una mobilitazione che parte dalla piattaforma #Città30Subito, a cui si uniscono numerose associazioni e attivisti e attiviste di tutta Italia.

© riproduzione riservata

News