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Pallamano Gino Del Curto: «Sono qui per portare la “guerra” in campo»

Il pivot argentino di origini italiane: «Mi piace giocare, do sempre il 100% e anche il mister sa che sono pronto a lottare per far entrare la palla nella porta o prenderla in difesa»

Gino del Curto 1

Chiaravalle – Il pivot argentino di origini italiane Gino Del Curto è dopo poco più di un mese nelle Marche con la casacca biancoblu della Pallamano Chiaravalle in attesa di potersi esprimere in campionato sotto l’occhio vigile di mister Guidotti.

Allora, come ti trovi a Chiaravalle?

«Sono molto contento di essere qui. Si lavora seriamente, sia in campo con i compagni, che con il mister che con la Società. Hanno davvero in mente un obiettivo e un cammino preciso».

Conoscevi già il metodo di lavoro di mister Guidotti?

«Mi avevano parlato di lui e vederlo lavorare mi piace. Ha una bella formula, è molto bravo, tenace quando serve, ma anche preoccupato per noi. Mi chiede sempre come sto, ha davvero una grande attenzione per ognuno di noi, seguendoci sia dentro che fuori dal campo. È davvero un manager a tutto tondo».

Gino del Curto

E di Chiaravalle come squadra avevi sentito parlare?

«Sì, me ne aveva parlato Gusti (Gustavo Guerrero, ndr) con grande enfasi. È una Società seria, si lavora bene e sono tutti molto responsabili. Siamo partiti in 20 con la preparazione oltre un mese fa, a fine luglio con il caldo torrido, e oggi ci siamo ancora tutti e 20. Tra i giocatori ci sono persone che lavorano o studiano. Non è facile mantenere il gruppo unito in maniera così costante, ma a Chiaravalle ci si riesce, grazie all’impegno di tutti, a cominciare dal presidente Maltoni».

Ti aspettavi una realtà così strutturata, capace di assistere i giocatori nei minimi dettagli? 

«Nella mia carriera sono stato fortunato a trovarmi sempre in Società di questo tipo, ma so che non tutte le realtà sono così nella pallamano. Posso dire che mi è piaciuto trovare un centro all’avanguardia come quello della Pallamano Chiaravalle, che vanta fisioterapisti, osteopati, nutrizionisti, studiosi della preparazione atletica e molto altro ancora». 

Cosa si aspetta da te il mister Guidotti?

«Da me il mister si aspetta il lavoro dentro il campo ma anche fuori. Voglio proporre il mio punto di vista con umiltà, per dare un riferimento positivo ai ragazzi più piccoli che stanno crescendo poco a poco con noi. Li voglio far lavorare in modo professionale e mantenere il gruppo unito. Dentro il campo mi piace giocare, ho bisogno della guerra. Do sempre il 100% e anche il mister sa che sono pronto a lottare per far entrare la palla nella porta o prenderla in difesa».

Lo scorso anno giocavi in Portogallo, ti sei dovuto adattare a un altro tipo di pallamano?

«Dal punto di vista tattico avevo un lavoro completamente diverso lo scorso anno. In Portogallo si gioca una pallamano più fisica ma non molto veloce, qui invece facciamo un gioco rapido. Io sono qui per essere al servizio di mister Guidotti, di cui mi fido ciecamente data la grandissima esperienza».

Cosa ti aspetti da questa esperienza a Chiaravalle?

«Sono contento di essere qua, per me è un’opportunità e voglio puntare in alto. Ho la fortuna di avere una doppia cittadinanza, grazie al mio bisnonno. Non devo mai dimenticarmi da dove vengo, la mia famiglia, i miei amici e la mia fidanzata. Voglio mantenere i piedi in terra e la mano salda sul pallone da pallamano».

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