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Fabriano

Sassoferrato Fotovoltaico a terra, nuova presa di posizione del comitato Monte Strega

Il Comitato Monte Strega, che gli impianti vengono a collocarsi vicinissimi ai torrenti esondati nel corso dell’alluvione del settembre 2022

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Sassoferrato – Mentre la III Commissione Consiliare permanente della Regione Marche (“Governo del territorio, ambiente e paesaggio”) va definendo la proposta di legge, che poi dovrà essere discussa e approvata in aula, sulla definizione delle aree idonee per la realizzazione di impianti fotovoltaici sul territorio regionale, il Comitato Monte Strega torna a ribadire le proprie posizioni sui progettati campi fotovoltaici, con moduli a terra, che dovrebbero essere collocati nella zona di Monterosso Stazione, e realizzati insieme con l’elettrodotto di Km. 4,5, vale a dire fino alla centralina Enel di Sassoferrato, all’inizio della Strada provinciale 48 Cabernardi Montelago.

Si tratta, per gran parte, di argomenti già avanzati nel corso dei sette-otto mesi di iniziative e di opposizione al progetto che ha visto, ricordano, le mozioni di contrarietà, votate all’unanimità, degli Enti coinvolti nella Conferenza dei Servizi: il Comune di Sassoferrato, la Provincia di Ancona e la Regione Marche. Nonostante tali contrarietà delle istituzioni, nella sua forma più alta, le assemblee consiliari, la Conferenza dei Servizi avrebbe maturato una volontà di autorizzazione, ma allo stato, ad oggi, non ha ancora formalizzato tale decisione, nei confronti della quale vi è stata la richiesta di ulteriore documentazione paesaggistica della Soprintendenza “Archeologia, Belle Arti e Paesaggio” della Provincia di Ancona, ritenuta necessaria dalla stessa Soprintendente Dott.ssa Cecilia Carlorosi ed espressa con un’apposita missiva, per poter esprimere il proprio parere di competenza.

Ora sembra esservi uno stallo, in attesa della definizione di quest’ultima questione, e mentre il Comune di Sassoferrato ha dichiarato, nell’ultima riunione della Conferenza dei Servizi, che non intende accollarsi l’onere dell’esproprio dei molteplici terreni per la realizzazione dell’elettrodotto, per cui tale operazione verrebbe assegnata alla Ditta proponente “Solar Challenge 7” su autorizzazione dello stesso Comune di Sassoferrato, senza del quale il privato non potrebbe operare. La Soprintendenza aveva anche fatto presente, nella stessa richiesta, che l’aspetto specifico della tutela archeologica richiedeva che, prima di futuri interventi nell’area, si riteneva necessaria una serie di indagini non invasive, in particolare indagini magnetometriche.

Sulla necessità di quest’azione preventiva, per verificare l’interesse archeologico dell’area, il Comitato aveva portato, all’attenzione della stessa Soprintendenza, un insieme di autorevoli ipotesi storiografiche secondo le quali la storica Battaglia delle Nazioni (295 a.C.) si sarebbe tenuta proprio in quell’area, che gli storici hanno chiamato la “piana di Serragualdo”, di fronte al colle di “Colcanino” (Colle “accanito”) e del fiume “Sanguirone” (oggi “Sanguerone”).

Si aggiunga poi che a circa m. 150 dagli impianti si trova un bene storico tutelato, la Chiesa di S.Ugo, patrono della città, edificata nel 1731, presente nel Catalogo dei Beni storici del Ministero della Cultura, di proprietà della Diocesi di Fabriano – Matelica e tutelata dalla Soprintendenza. La legge prevede una fascia di rispetto di m. 500 per gli impianti di fotovoltaico, che non sono assolutamente rispettati dagli impianti, che si troverebbero a m.100-200 dalla Chiesa Patronale.

L’area è registrata come area a sviluppo industriale sovracomunale (Cerreto d’Esi, Fabriano, Genga, Sassoferrato), è nel PRG del Comune di Sassoferrato dal 2006, ma era area industriale proprio in quanto sovracomunale. Solo che per essere tale doveva essere definito, dalla Provincia di Ancona, un Accordo di programma per la sua co-gestione, di cui non si rileva traccia, ed anche, necessariamente, deliberazioni dei Comuni consociati attraverso i propri Consigli comunali, ma i Comuni di Fabriano, Cerreto d’Esi ci hanno rilasciato attestati che non esiste alcuna loro deliberazione consiliare relativa alla partecipazione e al loro interesse.

Il Comitati sostiene con forza che gli impianti fotovoltaici, pur necessari per la transizione energetica, sono già presenti in numero di ben 9 nel territorio comunale. Sottolinea ancora che essi dovrebbero essere autorizzati nel rispetto della valorizzazione dei beni paesaggistici ed ambientali, come recita l’art. 17 della Costituzione italiana, laddove viene sancita la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali. Inoltre lo stesso Comitato evidenzia l’opportunità che tali impianti non vengano a collocarsi, come è nel caso di quelli programmati per l’area di Monterosso Stazione, a ridosso del Monte Strega e di “Natura 2000”, e all’interno di un cono visuale la cui immagine è storicizzata ed identifica quel luogo, anche in termini di attrattività turistica, trovandosi peraltro a poca distanza dalla casa natale del giurista universalmente noto Bartolo da Sassoferrato.

Non può essere tralasciato un altro dato, pure significativo e che dovrebbe richiedere un’azione di conservazione e di tutela: L’area si colloca all’interno dell’Azienda Faunistico Venatoria “La Strega”, (L.R. 157/11.02.1992, art. 16), che è zona di riproduzione di specie faunistiche protette e prevede il Divieto di caccia (L.R. 8/29.03.1983). Questo dato appare quantomai significativo.

Fa presente inoltre, il Comitato Monte Strega, che gli impianti vengono a collocarsi vicinissimi ai torrenti esondati nel corso dell’alluvione del settembre 2022 che ha devastato la frazione di Monterosso Stazione, apportando notevolissimi danni, per cui è evidente che siamo in presenza di un rischio idrogeologico. Nel complesso, in buona sostanza, si va ad operare in un’area particolarmente sensibile alle trasformazioni del paesaggio.

Comitato Monte Strega

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