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Cronaca

JESI Covid e vaccino, Massimo Clementi: «Ottimista visti i risultati»

Il virologo jesino del San Raffaele di Milano: «È presto per tirare un sospiro di sollievo ma le notizie che abbiamo fanno ben sperare»

JESI, 10 novembre 2020Le cifre della pandemia sono terribili, ciascuno vive la sua vita con la mente che, momento dopo momento, “si confronta con l’amore e la paura, con la responsabilità e la morte”, a dirla con Maurizio de Giovanni nel suo intensissimo libro “Il concerto dei destini fragili”, appena uscito per i tipi del Corriere della Sera.

Però ieri pomeriggio è uscito un comunicato che già – ed era ovvio pensarci visto che siamo in Italia – ha messo sul tavolo verde, quello dove si giocano i destini socialpoliticiscientifici (tutto attaccato) dello stivale di fronte al Covid19, molti “se”, molti “ma” molti “forse”, scassando i cabasisi a quanti hanno schiuso la porta alla signora Speranza, che qui non è molto presente. Per i motivi di cui sopra. Sta di fatto che l’americana Big Pharma Pfizer e la tedesca BioNTech hanno (non “avrebbero”) messo a punto un vaccino contro il Coronavirus, risultato efficace al 90%.

Le borse del mondo hanno fatto la ola, i titoli dei giornali non li ho ancora visti, ovviamente ci sarà da approfondire se e quando questo vaccino potrà essere definito una boccata d’ossigeno. L’unica cosa che traspare è che il via libera negli Usa avverrà entro novembre. L’Europa a seguire.

Letto il comunicato, ho chiamato il professor Massimo Clementi, nostro concittadino, virologo, ordinario di microbiologia e virologia al San Raffaele di Milano. Credo comunque che nell’ambiente degli scienziati già circolasse una notizia così interessante.

Massimo clementi

Massimo Clementi

«Tirare un sospiro di sollievo definitivo ancora non è l’ora, ma questi sono risultati preliminari non incoraggianti, stupendi direi, perché gli esiti che hanno condiviso i dirigenti della Pfizer, ditta molto seria, sono superiori alle aspettative. Stanno testando il vaccino su 44 mila volontari sani. Una parte di questi volontari viene vaccinata, invece a un parte viene somministrato un placebo, praticamente una sostanza inerte, per valutare, in una condizione di epidemia come l’attuale, quanti verranno protetti nei due gruppi».

«Evidentemente i risultati sono molto buoni, visto che hanno identificato che circa il 94 per cento dei soggetti si sono infettati, anche se i numeri non sono ancora precisi ma, soprattutto, che questi appartengono al gruppo del placebo. Per cui, secondo le loro risultanze, il vaccino protegge al 90 % circa. Penso che sia uno dei vaccini più innovativi, costituito da Rna (una molecola che forma subito la proteina virale, ndg), inserito direttamente nel soggetto che si deve vaccinare. Ovvio che ci sono pro e contro certi vaccini. Questo, per esempio, deve essere conservato a meno 20 gradi, se non di più, e capisci che sia per la spedizione sia per la produzione creerebbe difficoltà che, però, ritengo superabilissime». [nk_awb awb_type=”image” awb_image=”272901″ awb_image_size=”full” awb_image_background_size=”contain” awb_image_background_position=”50% 50%” awb_parallax=”scroll” awb_parallax_speed=”0.5″ awb_parallax_mobile=”true” awb_styles=” padding-top: 150px; padding-bottom: 150px;” link=”http://www.caprariauto.it” linkdest=”_blank” awb_class=”caprari”][/nk_awb]

«Sono convinto che la produzione del vaccino sia già in atto da diverso tempo, ovviamente la ditta che lo produce rischia, perché se fosse bloccato, quella parte di produzione dovrebbe essere presa e gettata. Ma, d’altra parte, accelererà i tempi nel momento in cui chiederanno alle Autorità Regolatorie la possibilità di accedere al commercio del prodotto. Il vaccino dovrebbe essere disponibile sin dal mese di dicembre, il problema sarà farlo avere ad una popolazione sufficientemente ampia. Ripeto, è una notizia eccezionale, che si aggiunge a quelle, forse meno clamorose ma lo stesso straordinarie, del successo e dai riscontri che stiamo avendo dal mondo dei farmaci. Ce ne sono di straordinari, attualmente in sperimentazione clinica».

La domanda che il cronista non dovrebbe mai porre in momenti del genere sorge spontanea: Ottimista, a questo punto?

«, anche se ci stiamo confrontando con una importante ripresa dell’epidemia che è europea, attenzione, non è italiana. Quando dobbiamo dare una reale dimensione a questa ripresa, dobbiamo dire che tutti i paesi d’Europa sono coinvolti e auguriamoci che le attuali misure ci facciano guadagnare quel tempo necessario che ci farà arrivare ad usufruire del vaccino e dei farmaci».

Giovanni Filosa

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