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Castelbellino “Noi randagi della Vallesina”, c’è bisogno di tutto

L’associazione si occupa principalmente di assistere i gatti abbandonati, la presidente Francesca Fornarini: «Siamo al collasso, aiutateci»

Castelbellino – Sempre più cani e gatti abbandonati in Vallesina e, per i gatti, quasi inesistente la pratica della sterilizzazione, così da aumentare il numero dei cuccioli che poi , la maggior parte delle volte, vengono lasciati al proprio destino

E così sorgono le associazioni che si occupano dei felini abbandonati, non solo accogliendoli e dando loro la possibilità di essere adottati ma anche, e soprattutto, di essere vaccinati, curati e sterilizzati

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Nasce in quest’ottica l’Associazione Noi randagi della Vallesina con sede a Castelbellino, della quale parla la presidente Francesca Fornarini. 

Da quando è attiva l’associazione e cosa fate nello specifico? 

«L’associazione nasce nel settembre del 2020, prestiamo assistenza agli animali randagi, ma soprattutto ai gatti, è capitato a volte di prestare aiuto anche a qualche cane, e operiamo nel territorio di Castelbellino, Moie ma anche di Jesi e dintorni».

Quanti volontari conta? 

«Siamo in tutto una decina, facciamo turni settimanali, il rifugio non rimane mai scoperto, nemmeno un giorno. A volte andiamo la mattina, a volte il pomeriggio, se c’è bisogno di terapia, andiamo mattina e pomeriggio. Compreso il sabato e la domenica, ci alterniamo secondo gli impegni familiari e di lavoro».

«Abbiamo ora più di 60 gatti e i volontari entrano la mattina o il pomeriggio, lavano le lettiere spazzano le stanze, lavano i pavimenti, danno da mangiare, cambiano l’acqua, le coperte, fanno le lavatrici, insomma facciamo tutto quello che in un rifugio deve essere fatto. Guardiamo i piccolini e, per quanto riguarda i gatti malati che abbiamo, me ne occupo io, che sono la Presidente, quindi terapie e rapporti con il veterinario. Abbiamo una signora che tiene la contabilità e quindi ci aiuta nella parte commerciale e amministrativa dell’associazione. Abbiamo anche  un avvocato all’interno dI essa che ci cura tutta la parte legale, i rapporti con con la pubblica amministrazione, con i Sindaci dei vari Comuni».

Di cosa avete bisogno?

«Siamo veramente al collasso la gente continua ad abbandonare, non sterilizza. Abbiamo bisogno di tutto, dai piatti alle forchette ai coltelli, cucchiai, ciotole, coperte, lenzuola, traverse, lettiere, candeggina, guanti monouso, stracci, detersivi, qualsiasi cosa è utile. Molte cose le paghiamo noi di tasca nostra ma dobbiamo pagare anche l’affitto di questa casa di campagna, quindi sta diventando sempre più dura. Questa casa, in più, ha  bisogno di lavori perchè entra l’acqua ovunque, quindi ci sarebbe bisogno di qualcuno di buon cuore che venga a darci una mano per controllare il tetto».

«Aiuti pubblici non ne abbiamo quindi sterilizziamo, vacciniamo e sverminiamo gli animali di tasca nostra perchè non è un rifugio pubblico». 

«C’è una legge regionale che prevede che “i gatti sono del Sindaco del territorio” ma purtroppo ad oggi abbiamo visto solo una tantum, un piccolo aiuto, che ci è arrivato quando c’è stata l’alluvione».

Come vi sovvenzionate?

«Con piccoli eventi che possiamo fare durante l’anno: la vendita di panettoni a Natale, la vendita delle uova di Pasqua, con cene a sfondo benefico, ma i fondi sono molto pochi, i conti da saldare sono tantissimi. Abbiamo dei casi bruttissimi di gatti con tumori, dovremmo fare delle elettrochemio che costano 269 euro a seduta».

«Abbiamo anche dei gatti Fiv positivi che dobbiamo tenere per forza separati e fare terapie con interferone, medicinali che costano molto. Abbiamo bisogno di cartoni di scatoloni, abbiamo bisogno di cucce vecchie, di lenzuola di flanella, qualsiasi cosa possa servire per poter scaldare i mici perchè è una casa molto umida e ci sono infiltrazioni d’acqua, quindi la situazione non è delle migliori».

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