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Cerreto d'Esi

Cerreto d’Esi Fiom: «Electrolux, si discuta anche delle future strategie industriali»

In tutta Italia previsti 373 esuberi, ma le uscite saranno solo volontarie

Cerreto d’Esi – Dopo l’annuncio di 18 esuberi (volontari) sui 373 italiani di Electrolux, la Fiom di Ancona prende posizione e chiede alla multinazionale attenzione per le prossime strategie industriali.

«Le ricadute occupazionali del nuovo piano industriale di riorganizzazione porteranno conseguenze anche nello stabilimento di Cerreto d’Esi. In questo trova conferma la necessità irrimandabile del tavolo di settore presso il Ministero – spiega il responsabile sindacale per il fabrianese e membro della segreteria Fiom Pierpaolo Pullini – e le forti preoccupazioni che come FIOM abbiamo sollevato con la nostra grande assemblea pubblica di martedì 16 gennaio, conclusasi con la consegna di un nostro documento di politiche industriali, elaborato con il contributo di tutte le RSU aziendali del territorio e consegnato direttamente al Prefetto».

«L’esubero previsto nell’area di Fabiano è di circa il 10% dell’organico, superiore alla media nazionale dell’8%. Apprezzando e ritenendo importante la disponibilità aziendale di non procedere in maniera unilaterale, ma solo attraverso accordi di uscite incentivate e con il criterio della non opposizione individuale, la FIOM di Ancona ritiene comunque fondamentale sottolineare alcuni specifici passaggi – prosegue Pullini – nella gestione delle 13 eccedenze operaie, l’Electrolux ha enunciato la possibilità di eventuali opportunità, che riteniamo possano essere declinate anche come la riqualificazione delle persone e non solo come riduzione del personale».

«Inoltre – conclude Pierpaolo Pullini – è fondamentale parlare, oltre di quella che viene definita dall’impresa una inevitabile riduzione di costi, anche di progetti di industrializzazione. Negli incontri territoriali ci è stato illustrato un piano di investimenti che, nel 2024, guarda più al prodotto, in quanto nel processo si è investito molto negli anni passati e si punta ad investire successivamente: risulta quindi fondamentale che nella discussione complessiva di riorganizzazione, si diano garanzie che quei prodotti su cui l’azienda punta, soprattutto quelli ad alto e medio/alto valore siano poi realizzati nello stabilimento di Cerreto d’Esi, dove devono essere assolutamente preservate le professionalità e le competenze specifiche».

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