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Chiaravalle

CHIARAVALLE LA STORIA DI ANNALISA E MASSIMO, SPOSI DISABILI ED ORGOGLIOSI: «ABBIAMO COMPETENZE E VORREMO LAVORARE»

“Vogliamo solo poter lavorare perché abbiamo competenze e qualità per farlo”

CHIARAVALLE, 11 maggio 2017 – Non cercano elemosine né pietismi né compassione. Cercano solo giustizia, un pizzico di attenzione e un lavoro dignitoso e adatto alle loro possibilità. Annalisa, 36 anni, pugliese di San Giovanni Rotondo e Massimo, 47 anni veneto di Negrar, sono una bella coppia di sposi, orgogliosi, pieni di dignità, felici di stare insieme e di vivere sotto lo stesso tetto, nel loro appartamento di via Rossini a Chiaravalle.

Lei è affetta da spina bifida fin dalla nascita, lui dalla sindrome di Klinefelter, una malattia genetica che causa mancanza di concentrazione e una forte diminuzione della fertilità. Massimo, per Annalisa, è anche le sue gambe e Annalisa, per Massimo, è anche una mente lucida e intelligente. Il loro grido di dolore non racchiude lacrime di carità pelosa né richieste di favori o di raccomandazioni.

“Vogliamo solo poter lavorare – dice Annalisa – perché abbiamo competenze e qualità per farlo: certo occorre rispettare le nostre disabilità che però sono comunque parziali e ci consentirebbero di occuparci di tante cose. Abbiamo delle limitazioni e conosciamo i nostri limiti ma siamo in grado di lavorare: purtroppo sbattiamo contro muri di gomma, abbiamo chiesto di poter lavorare ma ci sentiamo rispondere sempre in modi evanescenti, tipo “ma perché non vi fate aiutare dai vostri genitori?” oppure “ma chi ve lo ha fatto fare di sposarvi?”.

Annalisa e Massimo non si arrendono. Vivono con i 720 euro della pensione di lei ed i 260 di lui

Annalisa e Massimo però non si arrendono. Vivono con i 720 euro della pensione di lei ed i 260 di lui e devono pagare 697 euro del mutuo della casa. “Sono a Chiaravalle, dove vive anche mia sorella, da tanti anni e nel 2008 mi sono diplomata al Podesti, indirizzo grafico-pubblicitario. Ho avuto difficoltà a trovare casa in affitto e poi nel 2006 con Massimo ci siamo conosciuti a Lourdes e nel 2008 abbiamo cominciato a convivere ed ho comprato l’appartamento. Stiamo bene insieme”. Massimo è l’unico in Italia che, pur malato della sindrome di Klinefelter, è riuscito a completare un corso OSS, per operatori sociosanitari. “Il mio biglietto da visita è una carezza ed un abbraccio, eppure non riesco a trovare un lavoro stabile, che abbia una continuità. Cerchiamo anche un lavoro part-time: con 400 euro al mese a testa, ad esempio, riusciremmo a vivere dignitosamente. Amiamo Chiaravalle, una città accogliente, ma saremo costretti ad andare via tra breve se non troviamo occupazione: troppe spese e troppo pochi introiti”. E dire che Annalisa ha fatto lezioni di catechismo per 6 anni e potrebbe benissimo lavorare in diversi settori. “Mi piacerebbe lavorare coi bambini: credo di avere competenza e Massimo in case di riposo o strutture protette”. Fortunatamente, grazie all’ospedale di Ferrara, riescono a non pagare le costose medicine che deve assumere Massimo. Li vedi insieme e li vedi felici anche se la vita non gli sorride. “Guido la macchina, pulisco la casa, faccio tante cose – dice Annalisa – mentre Massimo ha sistemato il nostro appartamento praticamente da solo: non ci credo che nessuno può darci quanto ci spetta, un lavoro adeguato alle nostre possibilità magari anche part-time. Mio padre mi ha insegnato l’onestà, l’umiltà, la dignità ma anche quella solidarietà e quella sensibilità che qui ci negano”.

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