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Jesi

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

THERE IS NO TRIPE FOR CATS (non c’è trippa pe’ gatti)


Ammettiamolo: gli americani, rispetto a noi, sono un pezzo avanti e la tv ce lo dimostra ogni giorno. Prendiamo i telefilm polizieschi: il poliziotto americano si chiama Jo McAllan e quando senti un titolo come Una 44 magnum per Jo Mcallan, capisci subito che a Jo McAllan non je devi caca’ er cazzo.

Il poliziotto italiano invece si chiama Pasqualino Esposito (detto Ciro) e con quel nome ti aspetti al massimo che abbia una Beretta del ‘62 (scarica) e 44 siano le volte al giorno in cui bestemmia.

Jo McAllan di solito si getta in inseguimenti folli in cui distrugge 400 macchine e ammazza 85 narcotrafficanti a mozzichi sulla giugulare. Quando torna a casa, entra nel vialetto di una villetta a due piani con giardino ben curato dove suo figlio di sei anni ha lasciato la bicicletta. Anche Ciro Esposito, dopo otto ore a Scampia passate a correre appresso ai camorristi, torna a casa, ma nel suo giardino non c’è nessuna bicicletta da bambino, per almeno tre buoni motivi: 1) se il bambino lascia la bicicletta in giardino, gliela scippano 2) se il bambino rimane davanti casa senza bicicletta, si scippano pure a lui 3) dove cazzo ce l’ha il giardino Ciro Esposito con lo stipendio da poliziotto che si ritrova??

Ma le differenze non finiscono qui. Quando Jo ha sete, attraversa due chilometri di stanze per arrivare in cucina (abita in una piccola Versailles), quindi apre la dispensa, si prepara un triplo Martini con dentro due olive e come stuzzichino cinque uova strapazzate che prende da un frigo a doppia anta stracolmo di roba. Ciro Esposito, quando entra a casa, già ci sta in cucina: apre il frigo, guarda dentro e gli viene da piangere. Allora, in preda ai morsi della fame, apre una scatoletta di tonno Riomare, ci spalma sopra due dita di maionese (scaduta) e si spara tutto in bocca senza fiatare, perché, se fiatasse, tirerebbe giù tutti i Santi.

Vogliamo parlare d’amore? Jo McAllan, manco a dirlo, ha una moglie bellissima e quando arriva all’ovile, la prima cosa che fa, è gridare il suo nome: “Donnaaa!” (si chiama Donna per non confondersi con lui, che è uomo). Donna, naturalmente di spalle, di solito si gira facendo vibrare le lunghe chiome nell’aria: è una bambola stile Pamela Anderson con tre chili di capelli biondo platino, centotrenta denti bianco latte e trentacinque metri quadrati di labbra a canotto. Pasqualino Esposito detto Ciro è sposato da 29 anni e anche lui appena rientra a casa chiama la moglie: “Filumeeeena!”. Filumena pure è di spalle ma è meglio se non si gira (anche si girasse, la differenza non si noterebbe). Filumena ha tre chili di bigodini, cinque denti di cui tre gialli causa carie e trentacinque metri quadri di herpes sulle labbra.

Donna e Filumè sono lontane anni luce: Donna, dolce e premurosa, guardando Jo con occhi pieni d’amore, gli chiede: “Giornata dura, tesoro?”. Naturalmente lui, anche se ha fatto fuori mezzo mondo, risponde con superiorità: “No baby…tutto come al solito”. Filumena, dal canto suo, non ha certo tempo da perdere con le smancerie. Ficcata dietro l’uscio del bagno dove sta stendendo i panni della terza lavatrice, urla a Ciro: “Weeeeh….l’hai accattat’ ‘a pummarola??”. Ciro finge di non sentire, si mette sul divano per vedere la Champion e prima che l’arbitro fischi pensa: “Che ‘iurnata ‘e merda…”.

Quando Jo in America ha una giornata storta, ci pensa Donna: con un’occhiata maliarda inebria di ferormoni le capacità cognitive di lui poi, come una spogliarellista provetta, si sfila maliziosa la sottoveste alla Kim Basinger, lasciando intravedere una mutanda nera di pizzo e una patata sistemata a puntino come nei migliori film porno. Quando Ciro ha le madonne di traverso, Filumena se ne fotte altamente, perché già di cazzi suoi ne ha fin troppi. Visto che non vede l’ora di andare a dormire, si sfila, sudaticcia, la tuta da ginnastica scoprendo i gambaletti di lana color castoro e le mutande ascellari di cotone.

Filumè nuda assomiglia a Omar Sivori coi baffi e avete capito benissimo dove tiene i baffi. Se la vedesse Jo, esclamerebbe: Baby…there is no tripe for cats (non c’è trippa pe’ gatti). Ma Filumè, senza battere ciglio, gli rifilerebbe un bel SALUTAME A SORETA…e allora gli Stati Uniti d’America capirebbero che anche a una donna italiana non je devi caca’ er cazzo.

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