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Ricette per il sorriso

COTTO&MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

LE NOTTI DI UNA PASSERA SOLITARIA

Le notti di una passera solitaria sono lunghe e tormentate. Conto le pecore, i montoni, i cervi a primavera e non basta. Ma il pastore ndo sta?? Mi giro e mi rigiro sul lenzuolo e la sacra sindone di sudore disegna a chiare lettere lo slogan dell’estate 2018: non me passa più. Allora, per ingannare il tempo, al posto delle pecore, conto mentalmente la schiera degli ex. Faccio due più due e mi accorgo che in certi momenti molto bassi della mia vita ho frequentato gente scappata di casa, bastardi senza gloria, braccia rubate al contrabbando. E mi chiedo: ma io, che diavolo vado cercando su questa Terra? Naturalmente non ne ho la più pallida idea. Durante l’adolescenza era facile. Se qualche cascamorto si avvicinava, ci voleva poco a rimetterlo al proprio posto:

–  Ciao, sono Carlo, permetti una parola?

–  Que vòi?

–  Niente, volevo parla’…

–  Embè parla. Que è, te s’è intrecciata la lingua?

–  No…te volevo di’…te vòi mette con me?

–  Ma ce stai co’ la zocca?!

–  E mica t’ho tirato ‘na sassata! Que è ste risposte??

–  Ma giusto me metto insieme a te! Gira alla larga, va’.

E quello andava via con la coda tra le gambe. Certo, se invece ci provava qualcuno che mi piaceva, le cose erano ben diverse.

–  Ciao, sono Luca, permetti una parola?

–  Anche due.

–  Beh, ecco, te volevo parla’…

–  Embè, daje, non esse timido…

–  Te va se qualche volta ce vedemo?

–  Ce vedemo pe’ la strada?

–  Ce vedemo io e te, da soli.

–  Vòi che divento la ragazza tua?

–  Sì

–  Mmh…ade’ vedo…non so…ce devo pensa’…

E giù, ‘na pomiciata de tre ore che te levava il respiro. Oggi è tutta un’altra cosa: girano uomini col risvoltino ai pantaloni e le sopracciglia ad ali di gabbiano…io ho paura. Anche perché se ne sentono di tutti i colori. Tipo la storia di quel 40enne di Hong Kong che è stato beccato al parco mentre faceva l’amore con una panchina. Sì, avete capito bene, una panchina. Che io lì per lì ho pensato: magari era con la tipa, quella è andata via e lui non se n’è accorto. E invece no, si è intenzionalmente e metallicamente congiunto con la panca. Peccato che, finita la passione, gli sia rimasto incastrato. Ha provato in tutti i modi a sfilarlo dalle sbarre ma niente: la panca non lo mollava. Del resto, mettiti anche nei panni della panchina: finalmente trova qualcuno che la ama a dovere invece di piazzarle il sedere in faccia, ovvio che poi se lo tiene stretto. Poteva finire lì e sarebbe già stata una storia molto triste. Invece è andata peggio: i medici accorsi non sono riusciti a liberarlo perciò hanno dovuto portarlo in ospedale con la panca e tutto. Ti immagini quei poveri barellieri? E la gente seduta al pronto soccorso che lo ha visto entrare? Che io, al posto del cinese, pur di non fare ‘sta figura di merda, avrei implorato: “Vi prego, tagliatemelo e lasciatemi scappare via”. E invece Panca-man come niente fosse ha tenuto duro (nel vero senso della parola) e s’è lasciato fare finché non gli hanno restituito l’attrezzo del mestiere, che per lui era questione prioritaria. Del resto, si sa, per i maschi nella vita contano due cose: il sesso…e l’altra non me la ricordo. Sarà colpa de ‘ste pecore che, salta-salta, fa un casì della Madonna!

Gioia Morici

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