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Fabriano «Campi fotovoltaici e legge regionale: molto rumore per nulla»

Stoccate del consigliere comunale di minoranza Lorenzo Armezzani nei confronti della recente legge regionale

Fabriano – Sulla recente legge regionale sui campi fotovoltaici le cose non stanno proprio come hanno detto esponenti della Lega e di Fratelli di Italia.

Si è fatto molto clamore sulla legge regionale appena approvata dal Consiglio Regionale sui campi fotovoltaici. Quando si alza tanta polvere significa che c’è qualcosa da non far vedere. La legge non impedirà la realizzazione di impianti fotovoltaici sui terreni agricoli.

La legge regionale può solo elencare gli indicatori delle aree presumibilmente non idonee all’installazione di impianti fotovoltaici. Il diavolo si nasconde nei dettagli, ma d’altronde la competenza concorrente con lo Stato lascia pochi margini al legislatore regionale: criteri di “presuntiva non idoneità” e aree con criteri di idoneità.

Che significa? La Corte Costituzionale ha più volte ribadito che, con l’attuale normativa nazionale, non è possibile indicare a priori aree non idonee: spetterà all’Amministrazione procedente valutare se si può fare un impianto fotovoltaico a terra. Che fa dunque la legge regionale? Dice quali aree in linea presuntiva non vanno bene per farci sopra un impianto fotovoltaico. Che vuol dire “in via presuntiva”? Significa che se vuoi realizzare un impianto fotovoltaico in quell’area devi scrivere nel progetto che in realtà l’impianto sarà in grado di tutelare le specificità di quel territorio, cioè di contemperare gli interessi ambientali e produttivi coinvolti. È una norma dissuasiva che potrebbe non essere di poco conto perché chi intende investire capitali ingenti per la realizzazione di un impianto fotovoltaico, presumibilmente sceglierà terreni dove avrà meno problemi.

La legge all’art. 4 indica quali sono le aree idonee all’installazione di impianti fotovoltaici a terra. In questo elenco compaiono i terreni agricoli abbandonati da oltre 10 annate agrarie e le cave, o lotti di cave, abbandonati.

Un esplicito invito ad abbandonare le attività agricole: abbandonate i campi che poi ci fate un campo solare.

Quindi per quel poco che poteva fare, la legge regionale non riesce a intervenire su nessuno dei casi di impianti fotovoltaici a terra che interessano il territorio di Fabriano e chi si oppone alla realizzazione di questi eco mostri dovrà purtroppo, utilizzare altri strumenti.

Si rende necessario cercare altre strade come la tutela del paesaggio o il contrasto al consumo di suolo. Per esempio invocare la difesa dell’ambiente proclamata dall’articolo 9 della Costituzione e l’articolo 41 che vieta l’attività economica che reca danno all’ambiente, norme di diretta applicabilità sopratutto nei procedimenti amministrativi.

Oppure ricorrere al contrasto al consumo di suolo perché nonostante il noto e inesorabile calo demografico, anche nel 2022 le Marche hanno perso il 7% del proprio suolo rubato dalla cementificazione. E Fabriano, nonostante il rallentamento dell’edilizia e della produzione industriale, nel 2022 ha perso l’1,63% del proprio territorio collocandolo fra i peggiori Comuni della Regione (dati ARPAM).

Se distruggiamo il territorio per produrre energia rinnovabile, l’ambiente ci perde.

La battaglia che abbiamo iniziato quindi deve andare avanti, anche senza l’aiuto della Regione.

Lorenzo Armezzani

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