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FABRIANO Centro diurno chiuso, tante famiglie in difficoltà

Persone disabili e anziane già fortemente provate per la mancata riattivazione ma non ci sono indicazioni chiare sulle riaperture

Romina Pergolesi

FABRIANO, 27 giugno 2020 – Riaprire i centri diurni. L’accorato appello arriva sia dal mondo della politico sia da quello sociale.

Il Gruppo Solidarietà di Moie va diretto al cuore del problema: «Riguardo alla riattivazione del Centri diurni, chiusi dal 10 marzo, a circa 40 giorni dalle disposizioni regionali (Dgr 600 del 18 maggio) che ne disciplinavano le modalità, ad oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, i servizi non sono stati riattivati. Le famiglie, di settimana in settimana, a quasi quattro mesi dal blocco, attendono comunicazioni chiare da parte dei titolari dei servizi, per conoscere data e modalità di riavvio (quando e come).»

E la struttura di Fabriano è appunto nell’elenco, come si legge nell’interrogazione presentata in Regione dalla consigliera del M5S Romina Pergolesi: «Sono numerose lamentele dalle famiglie e dalle associazioni, soprattutto di Falconara e Fabriano, per la mancata riattivazione». Aggiunge l’esponente di minoranza dell’assemblea legislativa delle Marche: «Vi è un rimpallo di responsabilità fra Comuni ed ambiti territoriali», ed evidenzia che «a pagarne le conseguenze sono ancora una volta le famiglie di persone disabili ed anziane già fortemente provate».

Il Gruppo Solidarietà sottolinea anche l’esigenza da parte dei familiari di riprendere le visite ai parenti nelle residenze sociali e sociosanitarie: «Negli ultimi giorni si sono intensificate le richieste che chiedono di poter riprendere le visite ai loro parenti sospese dai primi di marzo, e le sollecitazioni sui tempi di riapertura dei centri diurni (che accolgono oltre 2000 persone). In alcuni territori regionali inoltre a fatica, ancora oggi, stanno ripartendo i servizi domiciliari (educativi e di assistenza). Una situazione arrivati a fine giugno non più accettabile. Per quanto riguarda le visite dei familiari, ad oltre 20 giorni della delibera regionale (n. 685 dell’8 giugno 2020), la situazione permane sostanzialmente bloccata e in pochissime situazioni le strutture hanno disciplinato nuove modalità di visita. L’effetto di tale disposizioni, con responsabilità non ben definite, ha come effetto il sostanziale blocco delle visite. Una situazione che di giorno in giorno, con la riapertura di ogni tipo di attività, diventa sempre più ingiusta e intollerabile».

Incalza Romina Pergolesi: «Urge chiarezza sulle responsabilità, sul perché alcuni servizi per persone disabili ed anziane in diversi comuni, tra cui Fabriano, non sono stati ancora riattivati. Protocolli, controlli e responsabilità sui motivi della mancata riapertura dei centri diurni che accolgono persone disabili, anziane e affette da disturbi mentali, anche alla luce del fatto che in alcuni comuni i servizi tardano a riaprire, con l’aumentare del disagio per familiari ed utenti. Molte famiglie si sono trovate in estrema difficoltà nella gestione quotidiana di parenti e familiari che non hanno potuto e continuano a non poter usufruire del servizio».

(red.)

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