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Fabriano “Per l’unica terra che abbiamo”, la giornata del “Premio Gentile”

Il teatro di Fabriano ha accolto le personalità che hanno ricevuto il “Premio Gentile”

Fabriano – Difendere quel “piccolo puntino azzurro” nell’immensità dell’universo, trovare le risposte per preservare il pianeta terrà perché  è “l’unica terra che abbiamo”.

Questo il cuore ed il tema dell’edizione numero ventisette del premio nazionale “Gentile da Fabriano”, che nella giornata di sabato ha i premiati chiamati a raccontare le loro esperienze e le loro visioni legate alla crisi ambientale e a tutte quelle trasformazioni che a livello climatico (ed economico) stanno stravolgendo il pianeta.

Sostenibilità e la cura della terra, questo il tema ricorrente sostenuto dai premiati, che a turno hanno raccontato la loro “visione”.

Per la sezione “Carlo Bo per la cultura e la comunicazione” premiato uno degli innovatori dell’animazione italiana, Bruno Bozzetto, candidato all’oscar e lungo collaboratore di Piero Angela.

E proprio dal rapporto con il più grande divulgatore scientifico italiano, l’animatore, disegnatore e regista ha raccontato la propria esperienza di sostenibilità e cura della natura attraverso la scelta di una dieta vegetariana.

Una scelta arrivata dopo aver compreso che gli animali hanno la stessa dignità dell’essere umano e dopo aver capito che gli allevamenti per il consumo umano sono in grado di consumare talmente tante risorse da poter sfamare quasi il mondo intero. 

Licia Colò, premiata nella sezione “Vite di italiani”, ha spronato i tanti ragazzi presenti a provare a fare del loro meglio per il cambiamento di mentalità nei confronti dell’ambiente.

Anche gli economisti Tito Boeri e Enrico Giovannini (premiati rispettivamente nelle sezioni “Premio speciale della giuria” e “Economia, lavoro e innovazione”) hanno parlato di come si inscindibile il rapporto tra uomo e natura, anche dal punto di vista economico.

Per la nuova sezione “Mario Giacomelli per la fotografia contemporanea” premiato il reporter Danilo De Marco per la capacità di narrare le infinite storie di un’umanità in perenne cammino e per il racconto epico e al tempo stesso ancorato alla Natura e alla realtà fragile delle piccole cose.

Purtroppo assente (influenza) il botanico e professore universitario Stefano Mancuso, che non ha potuto ricevere il premio assegnatogli dalla giuria per la sezione “Scienza, salute e ambiente”.

Dopo la foto di rito che ha unito giuria e premiati, l’appuntamento è al 2024, con l’edizione numero 28 del premio.

-foto di copertina e nell’articolo concesse da Foto Studio Cico-

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