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Falconara Il corteo dei cinquemila contro le esalazioni

«Dopo tante segnalazioni di problemi vari, anche per respirare, per godere della propria casa, dei propri spazi, è il giorno del riscatto», chiesto incontro in Comune

Falconara – Per gli organizzatori erano quasi 5.000 le persone che ieri pomeriggio hanno partecipato alla manifestazione “Fermiamo il disastro ambientale” allestita dal Laboratorio Falkatraz, Comitato Mal’Aria e L’Ondaverde, con l’Ambasciata dei Diritti delle Marche e la Campagna nazionale Per il clima fuori dal fossile. E le esalazioni che hanno ammorbato l’aria soprattutto in questi ultimi tempi hanno accentuato il carattere di urgenza per arrivare al più presto a dare risposte concrete al problema.

«Quella che un tempo sembrava una rivendicazione radicale e impraticabile – ha detto Fabrizio Recanatesi di Falkatraz – oggi riassume il buon senso e il realismo che difende il presente e il futuro del territorio: la progressiva dismissione degli impianti della raffineria Api con un piano di bonifiche pubbliche, che preveda il concorso del privato secondo il principio “chi inquina paga”, che tutelino il lavoro e risarciscano la cittadinanza, per evitare l’ennesima cattedrale nel deserto, a danno avvenuto e nell’ottica di un progressivo abbandono dell’uso delle fonti fossili e di una purtroppo timida transizione ecologica, comunque prevista anche dalla cop28 nei paesi arabi, la più conservatrice dell’ultimo decennio».

Secondo gli intervenuti «nell’immediato la raffineria non è in grado di limitare il danno permanente inflitto, urge la sospensione temporanea delle sue attività, che reclamiamo nella responsabilizzazione di tutti gli organi competenti e implicati, dalla Magistratura attraverso il sequestro degli impianti senza facoltà d’uso, all’Amministrazione comunale con un’ordinanza per limitazione e tutela del rischio sanitario, alla Regione Marche e i Ministeri competenti attraverso la sospensione dell’Autorizzazione integrata ambientale, già concessa nel maggio 2018, a ridosso dell’incidente del serbatoio tk61, ed elusa in modo reiterato e sistematico in più articoli nel corso degli anni come tutt’ora».

«Richiediamo un incontro e un confronto con il Sindaco di Falconara – ha detto Recanatesi – come rilanceremo una nuova convocazione assembleare per continuare ad amplificare questa vertenza popolare oltre le aule giudiziarie, che presidieremo e sui cui contenuti continueremo a stimolare un dibattito pubblico. Se necessario, porteremo le nostre rivendicazioni direttamente al Ministero della Salute per quanto concerne l’aggiornamento dello Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento (S.E.N.T.I.E.R.I.) del 29.03.2023, da cui emergono gravi inadempienze delle autorità sanitarie locali e regionali, e a quello dell’Ambiente per le inevase attività di messa in sicurezza del sin di Falconara, per quanto spetta al sito della raffineria Api».

Gli organizzatori hanno poi affermato di sostenere la nascita delle comunità energetiche, già attive in città, come forme autentiche di transizione ecologica dal basso in grado di rendere i consumi privati, la quota maggioritaria sul mercato, sempre più liberi e indipendenti dai monopoli del petrolio e del gas.

Alberto Sgalla, docente assai conosciuto negli ambienti dell’associazionismo, ha affermato che si è trattato di una festa democratica.

«Dopo tante segnalazioni di problemi vari, anche per respirare, per godere della propria casa, dei propri spazi oggi è il giorno del riscatto. Una manifestazione tutta dei cittadini, la forma più pura e più autentica di democrazia. Oggi c’è una festa democratica alimentata da tanta rabbia ma organizzata facendo leva sulla conoscenza e sulla civiltà che sempre devono illuminare e guidare la società».

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