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Opinioni

Jesi Amazon, Rifondazione: «Auspichiamo gesti concreti e coerenti»

«Lo slabbro sempre più grande tra società civile e politica si può suturare innanzitutto con il filo della coerenza»

Mentre siamo in attesa della risposta alla nostra richiesta di accesso agli atti che riguardano il prossimo insediamento di Amazon nell’area dell Interporto (la stampa ci racconta di ruspe alacremente al lavoro), ci siamo arrangiati cercando nell’archivio delle sedute dei passati Consigli comunali.

L’ultima volta che il consesso cittadino ne ha discusso è stata il 24 giugno del 2021, in particolare la delibera per la determinazione della ricapitalizzazione della società Interporto di cui, pur in minima quota il Comune di Jesi è socio. Seduta interessante soprattutto per l’efficace intervento dell’allora consigliere Animali che squarciando il velo di reticenza dell’Amministrazione Bacci elencava tutti i problemi politici e amministrativi di una ricapitalizzazione, condizionata al risanamento economico della Società Interporto da realizzarsi tra l’altro con la vendita di diritti edificatori.

In primo luogo l’attuale vice Sindaco, lamentando l’assenza di un piano industriale per quell’area, ha sottolineato la mancanza di trasparenza e di informazione sull’allora possibile, oggi in fieri, insediamento Amazon, sul vincolo che questo poteva rappresentare rispetto ad altri progetti alternativi.

Poi definendo questa novità un cambiamento epocale per la fisionomia economica e sociale della bassa Vallesina reclamava un’iniziativa che coinvolgesse tutti gli enti pubblici e i soggetti sociali mettendo a confronto, noi diremmo sotto attenta sorveglianza, i piani del privato (Amazon ) con l’interesse generale.

Infine, ma non ultimo, ricordava la cattiva fama della multinazionale in tema di diritti e dignità dei lavoratori. Tutte considerazioni che ci sentiamo di sottoscrivere e che comportano scelte coerenti a cui, ci pare, sin ora, l’attuale Amministrazione non ha dato seguito, mentre continuano convegni agiografici di associazioni come il Nova Aesis e Confindustria.

Una distrazione? Il segno di un’ambiguità politica condizionata dal Partito democratico? La rassegnata sfiducia che consegna al privato e alle sue regole i destini dei territori e delle comunità?

Ci auguriamo che nelle prossime settimane si possano intravedere, magari anche sollecitate da altre forze politiche e organizzazioni sindacali, iniziative che vadano in questo senso. Sarebbe anche un gesto di “igiene democratica” , lo slabbro sempre più grande tra società civile e politica si può suturare innanzitutto con il filo della coerenza.

Partito della Rifondazione Comunista

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