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Cronaca

Jesi Anche noi abbiamo “incontrato” Carlo Urbani

All’auditorium della scuola Federico II ricordato il medico della Sars, scomparso vent’anni fa, dagli alunni del Comprensivo che ne porta il nome, ospiti anche la moglie Giuliana Chiorrini e la consigliera spirituale suor Anna Maria Vissani

di Elena Tisè

Jesi, 22 aprile 2023 – Presso l’auditorium della scuola secondaria di primo grado Federico II messo gentilmente a disposizione dal dirigente Massimo Fabrizi – si è tenuto giovedì sera l’evento organizzato dall’Istituto comprensivo Carlo Urbani: Anche noi abbiamo incontrato Carlo Urbani. Storie di bambini, ragazzi e adulti che hanno “incontrato” Carlo Urbani, iniziativa volta a ricordare il grande medico della Sars a vent’anni dalla scomparsa

Le testimonianze di chi ha conosciuto – e in alcuni casi accompagnato – Carlo Urbani si sono alternate ai progetti realizzati dagli alunni delle scuole primarie e secondarie dell’Istituto comprensivo. Attraverso letture, illustrazioni e intermezzi musicali diretti dal prof. Paolo Zannini, gli studenti hanno ripercorso il vissuto del medico della Sars di Castelplanio: dalle poesie del “Carlo bambino” alla passione per la medicina, dal rapporto con il suo pease natale, ai viaggi che lo condussero in Cambogia, Laos, Vietnam.

Sono intervenuti, nel corso della serata – mediata dall’insegnante Manuela Girini – la moglie di Carlo Urbani, Giuliana Chiorrini, Rosa Meloni ex dirigente dell’Istituto comprensivo, Roberto Gigli di Aicu (Associazione italiana Carlo Urbani), Ilenia Severini autrice del libro “Carlo Urbani. Una vita per gli altri”, don Mariano Piccotti, parroco di Castelplanio e suor Anna Maria Vissani, che fu consigliera spirituale del medico. Presenti anche il dirigente dell’Ic Carlo Urbani , Gilberto Rossi, e l’assessora Emanuela Marguccio. 

Don Mariano Piccotti, Rosa Meloni, Suor Anna Maria Vissani, Emanuela Marguccio, Manuela Girini, Ilenia Severini, Roberto Gigli, Giuliana Chiorrini, Gilberto Rossi

«Questa intitolazione è nata in un momento doloroso, triste – ha raccontato l’ex dirigente Rosa Meloni riferendosi alla nascita dell’Istituto comprensivo, nel giugno 2003 – ma è come un germe che nasce e vivifica, è la vita che continua dopo una situazione di dolore ed è legata ai valori che Carlo ha testimoniato con il suo esempio».

Vorrei ricordarne tre su tutti: quello della cura, intesa nelle sue molteplici declinazioni, l’importanza dello studio, della ricerca scientifica e la denuncia delle ingiustizie. Siate curiosi, siate cittadini consapevoli. Spero che la storia di Carlo Urbani parli a voi e ai vostri figli, a tutti i figli che domani frequenteranno il nostro istituto».

É proprio la cura, nel suo senso lato, il valore che ha guidato il medico e l’uomo che fu Carlo urbani. La prossimità ai malati, le battaglie in difesa dei diritti umani, il suo stesso sacrificio, sono il motivo essenziale per cui è ricordato, a distanza di vent’anni, come un esempio di umanità bella, un giusto tra le nazioni, prima che un eccellente medico e scienziato. Perché la cura – oltre a essere sinonimo di medicina – è anzitutto sinonimo di attenzione all’altro, è la precisa disposizione d’animo di colui che accoglie e «si fa carico, concretamente – ha affermato Rosa Meloni – dei bisogni altrui». 

Ha ricordato don Mariano Piccotti di «quella volta in cui con Carlo raccogliemmo 1.000 penne, quaderni e fogli da disegno, da portare ai bambini che avrebbe incontrato in Mauritania o di quando – andando a ritirare il Nobel per la pace in veste di presidente di Medici Senza Frontiere non si presentò in smoking ma indossando una maglietta con su scritto: giù le mani dalla Cecenia».  

«Attraverso la sua storia e gli oggetti dei suoi viaggi – gentilmente offerti da Giuliana Chiorrini – abbiamo riflettuto su quei diritti fondamentali ancora oggi negati a troppi bambini nel mondo: quello alla salute ma anche quello allo studio, al gioco», ha spiegato Ilenia Severini, insegnante di scuola primaria e autrice del libro: Carlo Urbani, una vita per gli altri

Il concetto di cura riporta almeno a un altro senso, altrettanto importante, che è quello di prendersi cura di sè, del proprio corpo così come della propria interiorità. E’ stata una testimonianza profonda quella che ha offerto alla platea suor Anna Maria Vissani, responsabile del Centro di spiritualità Sul Monte di Castelplanio. Paziente e consigliera spirituale del medico, Carlo Urbani intrattenne con lei una fittissima e costante corrispondenza epistolare nel corso della sua vita.

«Lui curava il mio corpo, io curavo il suo spirito – ha raccontato suor Anna Maria con voce commossa – . É stato un uomo onesto perché ha saputo chiedere aiuto, ha ammesso di non essere onnipotente. Da lui ho imparato cosa significa essere donne e uomini adulti in questo mondo». 

Al termine della serata i bambini, sulle note di My Way, eseguita al flauto traverso, hanno consegnato agli ospiti alcuni omaggi: pacchettini contenenti vasetti di miele prodotti dai ragazzi della Cooperativa agricola sociale Orto del Sorriso.

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