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Cronaca

JESI Biodigestore, Jesiamo: «Scene di dubbia politica»

Duro attacco al presidente dell’Ata, Luigi Cerioni, «non più garantista verso tutti i Comuni e gli interessi pubblici che dovrebbero essere perseguiti»

JESI, 29 maggio 2020 – Ancora tira e molla sul biodigestore, l’impianto di trattamento dei rifiuti umidi che ha tenuto banco la scorsa estate nel dibattito cittadino.

gruppo consiliare jesiamo

Il gruppo consiliare di Jesiamo

Proprio l’altro giorno in Consiglio comunale il Sindaco Massimo Bacci si era detto “sconcertato” perché il presidente del’Assemblea Ata, Luigi Cerioni, «non ha tenuto conto della richiesta avanzata a seguito della commissione consiliare con l’assessora Cinzia Napolitano».

Adesso è il gruppo a sostegno del Sindaco che interviene sulla vicenda: «L’Assemblea dell’Ata ha chiarito in maniera palese, per bocca del sindaco di Osimo, Pugnaloni, un tacito accordo che vuole la gestione del biodigestore a Vivaservizi ed Ecofon, le stesse società dell’affidamento in house oggetto del ricorso al Tar, poi perso, nel 2017 – si legge in una nota di Jesiamo -. Una scena di dubbia politica che si ripete con disprezzo per gli interessi dei cittadini e riporta alle pagine più oscure della politica locale che sembra frutto di accordi presi precedentemente in altre “stanze”, al di fuori dell’Ata, poi in Assemblea, a decisione già presa, solo votati».

Luigi Cerioni

Secondo il grupo di maggiornaza quello seguito da Jesi è stato un percorso virtuoso: «Un enorme successo anche per il fronte compatto di molti altri Comuni, Fabriano e Falconara in testa, che hanno chiesto a gran voce al Presidente dell’Ata di mettere in discussione la proposta di atto di indirizzo del Comune di Jesi, datata agosto 2019 e finora mai trattata, che il Presidente dell’Assemblea si è incredibilmente rifiutato di inserire all’odg nonostante la richiesta pervenuta a norma di Statuto. Imbarazzante, non troviamo altri termini a questo punto, proprio la posizione del Presidente della Provincia e dell’Ata, Cerioni, che giudichiamo non più garantista verso tutti i Comuni e gli interessi pubblici che dovrebbero essere perseguiti all’interno dell’Ata stessa».

(e.d.)

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