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JESI CENTRO CULTURALE ISLAMICO, LA DIPLOMAZIA DEL TÈ CONVINCE FORZA ITALIA MA NON LA LEGA

Daniele Massaccesi, presidente del Consiglio comunale di Jesi, prenderà il tè al Centro culturale islamico il 3 aprile prossimo

Daniele Massaccesi, presidente del Consiglio comunale di Jesi, prenderà il tè al Centro culturale islamico il 3 aprile prossimo

Massimiliano Lucaboni, portavoce di Forza Italia: "Andrò il 3 aprile al centro culturale islamico ma su mandato del coordinamento"

Massimiliano Lucaboni, portavoce di Forza Italia: “Andrò il 3 aprile al centro culturale islamico ma su mandato del coordinamento”

JESI, 25 marzo 2016 – Sembra giungere  a proposito, all’indomani dei tragici attentati di Bruxelles di matrice islamista che ancora una volta hanno insanguinato l’Europa, l’invito del Centro culturale islamico ”Al Huda” di Jesi.

Per la prima volta, infatti, rende noto la Consulta per la Pace cittadina, coordinata da Paolo Gubbi, “Al Hudaapre le porte a tutta la cittadinanza.

Domenica 3 aprile, dalle ore 10.30 alle 12.00, si potrà visitare il centro che si trova in via Erbarella, 2.

«Come Consulta della pace di Jesi vi invitiamo a partecipare a questo evento, in segno proprio di Pace, Fratellanza e Integrazione fra i popoli, con la speranza che partecipiate i più numerosi possibile».

Nell’invito del Centro, che ha come titoloDialogando… insieme attorno a un tè”, si esorta a questo incontro per «conoscere da vicino la nostra cultura, degustando in compagnia il tipico caldo e caloroso tè tradizionale».

Lega Nord: "Ci aspettiamo una pubblica, ferma condanna, attraverso tutti i canali, di ciò che è accaduto a Bruxelles"

Lega Nord: “Ci aspettiamo una pubblica, ferma condanna, attraverso tutti i canali, di ciò che è accaduto a Bruxelles” (foto Pienne)

L’assessore alla cultura, Luca Butini, convinto fautore del dialogo

L’assessore alla cultura, Luca Butini, è un convinto fautore del dialogo (foto Stefano Binci)

Altro invito a partecipare anche dal presidente del Consiglio comunale, Daniele Massaccesi, nella seduta di ieri, 24 marzo, perché «la conoscenza e la vicinanza – ha detto – sono sempre elementi di grande importanza per un dialogo proficuo».

L’assessore alla cultura, Luca Butini, convinto fautore del dialogo, tanto che per sua iniziativa il centro islamico è entrato, con altre associazioni, a far parte della Consulta per la pace, ha osservato come l’iniziativa sia  stata «rilanciata dopo gli attentati di Bruxelles, anche perché la nostra comunità islamica è  contraria alla violenza tanto che non considera correligionari coloro che compiono tali atti». C’è da specificare, infatti, che l’apertura era stata preparata prima dei tragici fatti avvenuti nella capitale belga e questo la rende ancor più attuale.

«L’offerta di aprirsi –sottolinea ancora Butini – arriva da lontano, dal precedente presidente della comunità islamica jesina, poi per una serie di ragioni non si era potuta sviluppare. Con l’attuale, Youssef Whabi, molto attivo, si è potuta concretizzare. Lui ha partecipato ad altri appuntamenti, sempre prendendo una chiara posizione di condanna nei confronti della violenza. Ricordo, a esempio, la messa celebrata nel dicembre scorso dal vescovo, don Gerardo Rocconi, nell’aula del Consiglio comunale, alla quale anche Whabi ha presenziato».

Ed è proprio del 22 marzo scorso, a poche ore dalla strage di Bruxelles, la nota del centro culturale islamico jesino, nella quale si dice proprio che «apprendiamo con dolore e angoscia della notizia dei drammatici attentati che oggi hanno insanguinato la città di Bruxelles, colpendo civili innocenti. Gli autori di questi crimini sono terroristi, criminali senza scrupoli, uomini senza valori, senza morale, né etica, e non possono essere associati ad alcuna religione. Il loro comportamento disumano e violento è un’offesa a tutti i valori di fede, civili e culturali. Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alle vittime degli attentati, alle loro famiglie, all’intera città di Bruxelles e al popolo belga».

Il Centro Culturale Islamico di via Erbarella (foto CriCo)

Il Centro Culturale Islamico di via Erbarella (foto CriCo)

 

Sulla questione va registrato anche  il commento di Forza Italia che, attraverso il suo coordinatore, Massimiliano Lucaboni, fa sapere che «quella che si sta combattendo oggi è una guerra e quello che viene attaccato è un modo di vivere, quello occidentale, basato su valori di umanità e rispetto, fondato su radici giudaico cristiane nelle quali io mi riconosco pienamente.  Per questo più passa il tempo più sento che parlare di integrazione è sempre più difficile e troppo spesso falso.  Non mi considero tra coloro che vedono nell’Islam un nemico, ma senza dubbio vedo in molti islamici una volontà distruttiva nei confronti dell’occidente e degli occidentali, sempre maggiore e assolutamente generale, non particolare. Insomma, piaccia o no i fatti dimostrano che non c’è integrazione perché da parte loro non vuole esserci integrazione. Comunque,  andrò il 3 aprile al centro culturale islamico ma solo perché coordinatore di una forza politica cittadina e su mandato del coordinamento stesso».

manifesto hal hudaLa Lega Nord Jesi, non andrà: e questa non è una notizia, lo sarebbe stata il contrario. E fa sapere, al proposito, che «considerato gli attentati di Bruxelles, esprime – la Lega –  il proprio dissenso all’apertura del centro culturale islamico di Jesi anche se concordata da tempo.  Lasciamo per una volta da parte la scusa dei fanatici integralisti. Ciò che sta accadendo nel mondo non può essere imputato a un centinaio di persone. Siamo di fronte a una religione che vuole imporre chiaramente il suo modo di vivere, i suoi usi e costumi, tentando di piegare con ogni mezzo un occidente civilizzato e ormai lontano anni luce dalla sharia. Ciò che ci aspettiamo è una pubblica, ferma condanna, attraverso tutti i canali, di ciò che è accaduto e non un’apertura del centro culturale islamico in un momento che ci sembra, poi, quantomeno inappropriato».

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