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Jesi Cittadella della Salute: la proposta Lions Club ad associazioni e imprese 

Per il governatore del Distretto 108A, Marco Candela, si tratta di creare una struttura che offra alla comunità una risposta importante, un’occasione per costituire un percorso assistenziale che accompagni sempre il paziente

Jesi – Dopo le interlocuzioni con i Sindaci della Vallesina e con una rappresentanza della Sanità regionale, il Lions Club di Jesi torna a parlare della sua “Cittadella della Salute”, il progetto di una Fondazione di partecipazione che si configuri quale filiera assistenziale per tutti gli abitanti di Jesi e della Vallesina in risposta alla crescente domanda di salute che arriva da un territorio sempre più anziano e affaticato dalla crisi profonda che investe, da nord a sud, il Sistema sanitario nazionale

Ad ascoltare le parole del governatore del Distretto 108A Marco Candela, primario dell’Unità operativa di Medicina dell’ospedale “Carlo Urbani“, sono soprattutto le imprese del territorio, il mondo dell’associazionismo e quello del volontariato, partnership fondamentali – ha sottolineato lo stesso governatore – per ambire a realizzare attorno alla Fondazione uno spirito comune di condivisione e di collaborazione

Intervenuti al convegno, ospitato presso le sale di Palazzo Bisaccioni, anche il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi Paolo Morosetti, la Presidente della sezione di Jesi del Lions Club Nadia Serafini e il socio Maurizio Bocchini, segretario del Consiglio direttivo. 

«L’idea di una Cittadella della Salute circolava già 20 anni fa – ricorda Paolo Morosetti -. Allora mi sembrava una follia ma nel tempo mi sono accorto che il trend si dirige verso un alleggerimento dei servizi della sanità». 

«Viviamo in una realtà sanitaria in cui la domanda di salute è in costante crescita: prevediamo un maggiore prossimo afflusso verso le strutture residenziali a causa del progressivo invecchiamento della popolazione, del ridotto potere di acquisto delle pensioni e di assistenze private domiciliari sempre più costose. La risposta dell’ospedale “Carlo Urbani”, sottodimensionato rispetto al bacino di utenza, non è più sufficiente e spesso costringe i pazienti a dimissioni difficili o a trasferimenti presso le Rsa territoriali dei Comuni limitrofi». 

In questo senso la struttura dell’ospedale “Murri” godrebbe del potenziale per offrire alla comunità una risposta importante, rappresentando un’occasione per costituire un percorso assistenziale che accompagni il paziente dai livelli più intensivi di cura, come la rianimazione o la semintensiva, fino all’ordinaria, alla post-acuta, all’Rsa e, contestualmente, predisporre nuove sedi per decongestionare il “Carlo Urbani”.

Di qui l’idea firmata Lions della Cittadella della Salute, vero e proprio polo della sanità jesina, in cui la costituenda Fondazione rappresenti un’integrazione funzionale dei limitrofi attuali nosocomi Urbani e Murri nonché con la erigenda Casa della Comunità, concentrando in un’unica sede tutte le possibilità assistenziali e i setting di osservazione di cui necessitino i pazienti jesini.

«Una realtà – ha precisato il dr. Marco Candela – che esprima il tessuto sociale di Jesi e la sua Valle e ci tuteli dagli stakeholders della sanità»

Tra i 14 scopi elencati nella bozza di Statuto, che rende la nascente Fondazione iscrivibile al Runts e quindi identificabile come Ets (Ente del Terzo Settore), si legge: “collaborare all’ampliamento dei servizi mediante la dotazione di apparecchiature, impianti, strumenti diagnostici ed arredi”, “promuovere la ricerca scientifica e assistenziale incentivando l’eccellenza, l’alta specialità e il miglioramento degli standard qualitativi dell’assistenza clinica” ma anche “promuovere attività di formazione e aggiornamento del personale sia direttamente sia in collaborazione con Università, strutture sanitarie e scientifiche pubbliche e private, altri enti di ricerca e altre fondazioni o associazioni”. 

In sala entusiasmo ma anche perplessità, soprattutto legate alla mancanza di un business plan che garantisca la manutenzione, cioè la continuità dei servizi dopo la nascita della Fondazione, e alla questione, non meno gravosa, della possibilità di accesso alle prestazioni sanitarie per le persone più fragili, un tema sollevato venerdì sera dal direttore della Caritas jesina Marco D’Aurizio. 

L’idea – si sottolinea dal Club – è quella di non gravare sul singolo socio fondatore ma di promuovere iniziative culturali, teatrali, crowdfunding e donazioni per acquisire i fondi necessari a garantire una continuità in termini di macchinari, materiale e personale specializzato.

«Il primo, fondamentale step, comunque, – ha replicato il governatore – è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica per favorire la diffusione di una corrente di pensiero che difenda le strutture della jesinità. Non vogliamo e non possiamo sostituirci allo Stato ma ci piacerebbe che Jesi avesse una voce autorevole in tema di sanità».

«Si tratta di realizzare una fondazione senza scopo di lucro con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare al settore della salute che ha estremamente bisogno di incrementare le proprie potenzialità economiche – è intervenuta Nadia Serafini, Presidente del Lions Club – . Crediamo molto in questo progetto, speriamo di riuscire a realizzarlo».

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