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Cronaca

JESI Costo carburante: «Imprese che chiudono e meno prodotti sugli scaffali»

I prezzi del gasolio alle stelle, un autotrasportatore: «Gli aumenti non vengono corrisposti dalla committenza, così lavorare è antieconomico»

JESI, 15 marzo 2022 – «L’aumento del costo del carburante non viene corrisposto dalla committenza, così lavorare diventa antieconomico».

Massimo Schiaffi è un autotrasportatore jesino, socio della cooperativa Gaj Jesi. Settore fortemente penalizzato dall’aumento del costo del carburante.

«Le associazioni di categoria, Cna, Confartigianato per dirne alcune, non ci rappresentano: sono fuori dalla realtà. Noi dobbiamo sapere cosa fare: fino a ora ci sono stati rimborsi per le accise e autostrade ma non basta a risolvere il problema».

«Siamo imprenditori e dobbiamo essere messi nelle condizioni di poterlo fare. Nel corso degli anni per tenere bassi i costi dei trasporti si è andati a incidere sui costi generali ma con questi prezzi qui è difficile che lo Stato contribuisca ancora. La soluzione? Io sono un’idealista ma se si cominciasse a recuperare l’evasione fiscale, i 24miliardi del gettito delle accise si recupererebbero. Un sogno probabilmente».

Oggi le associazioni di categoria e il Governo si riuniranno per cercare di risolvere il problema.

«Si parlerà ancora una volta di sgravi, col risultato di far arrabbiare ancora di più la categoria. A questi prezzi non possiamo mettere il gasolio. La resa di un camion normale al chilometro è di 1.20 euro ma l’aumento del carburante incide sulla media chilometrica: insomma, fatichiamo a far viaggiare la merce, col risultato che le imprese chiudono e la merce sugli scaffali sarà ridotta».

Nessuno sciopero del settore.

«Il nostro non è uno sciopero, è antieconomico se impiego il mio utile per trasportare la merce di altri. Poi c’è il problema degli autisti dipendenti: finite le ferie rischiano di saltare i posti di lavoro. Visto il silenzio assordante delle associazioni di categoria, abbiamo dato vita a una nostra associazione Ruote libere, che ha come portavoce Cinzia Franchini, per sentirci rappresentati».

Altra questione è la malavita.

«Altro pericolo importante è che la malavita organizzata dispone invece di una grande liquidità da dare ai trasportatori. Questo è un rischio molto serio».

Proprio Cinzia Franchini, di Ruote Libere, spiega: «Nessuno può imporre a un imprenditore di lavorare in perdita o di mantenere in piedi una attività antieconomica. Riteniamo, dunque, molto grave la posizione assunta dalle associazioni aderenti a Unatras, le quali hanno addirittura invocato punizioni nei confronti di chi deciderà di non partire».

«Guardando a quello che sta avvenendo in Europa ci auguriamo che a breve anche il Governo italiano intervenga sul costo del carburante riducendo le accise di almeno 30 centesimi – continua -. L’incontro in programma con la vice ministro Bellanova non può che portare a questo risultato e se così non fosse alle vecchie associazioni di rappresentanza non rimarrebbe che dedicarsi esclusivamente alla fornitura di servizi rinunciando a ogni velleità di tutela degli interessi di una categoria che oggi stanno contribuendo a umiliare».

Eleonora Dottori

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