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Cronaca

JESI EVENTO ARTISTICO A PALAZZO BISACCIONI, FOLTO PUBBLICO ALLA MOSTRA DELLA “SCUOLA ROMANA”

mostraJESI, 24 giugno 2016  – Erano in tanti, nel tardo pomeriggio odierno, coloro che non sono voluti mancare all’apertura di un evento artistico di primo piano: la mostra dei quadri realizzati dagli artisti appartenenti a “La scuola Romana da Via Cavour agli anni ‘50”. L’iniziativa culturale si deve ancora una volta alla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi che  ha ospitato l’esposizione nelle sale museali di Palazzo Bisaccioni, in Piazza Colocci 4. Tante le autorità presenti, dal comandante la compagnia della Guardia di Finanza a quello della Polizia locale e della stazione Carabinieri, dalla presidente della Fondazione Carima, istituzione che ha collaborato all’iniziativa, e giù giù altri personaggi della vita pubblica cittadina e non solo. Prima dell’apertura ufficiale della mostra autorità ed ospiti si sono ritrovati nella sala dove  gli organizzatori hanno salutato i presenti illustrando l’iniziativa che rimarrà a disposizione dei visitatori fino al prossimo25 settembre. Mauro Tarantino, segretario della Fondazione Carisj ha introdotto i lavori, lasciando poi la parola all’assessore alla cultura del Comune di Jesi, Luca Butini. È toccato poi al presidente della Fondazione, Alfio Bassotti, illustrare le vicende che hanno portato alla realizzazione dell’esposizione pittorica, non dimenticando di ringraziare quanti, in vario modo, hanno contribuito alla realizzazione della mostra curata da Giancarlo Bassotti.

mostra2Terminata la cerimonia autorità ed ospiti sono entrati nelle sale museali al piano terra del palazzo ed hanno visitato le numerose tele realizzate da artisti del calibro di Giorgio De Chirico (nella foto con visitatori), Fausto Pirandello (altra foto), Scipione (Gino Bonichi), Mario Mafai, Antonietta Raphael, Pericle Fazzini, Corrado Cagli, Arnolfo Crucianelli, Afro Livio Basaldella, Guglielmo Janni, Luigi Bartolini, Giovanni Omiccioli, Orfeo Tamburi, Giuseppe Capogrossi, Alberto Ziveri, Renato Guttuso e Francesco Trombadori.

La mostra, come detto, rimarrà aperta fino a dopo la festa del Patrono, San Settimio.

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