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Jesi “Il Mondo femminile” di Elisa Latini alla chiesa di San Bernardo

L’artista jesina presenta oggi un’anteprima del busto della partigiana Giuseppina Perozzi e le sue testine di donna nate a supporto dei Centri antiviolenza marchigiani

Jesi – Elisa Latini torna alla chiesa di San Bernardo e stavolta lo fa con una mostra femminista, con il patrocinio del Comune di Jesi.

Da oggi 28 al 31 dicembre l’artista jesina espone le sue testine di donna e l’anteprima del suo busto della partigiana Giuseppina Perozzi su cui sta lavorando per il Comune di Staffolo.

La mostra Il Mondo femminile, fa parte della rassegna del Comune Tutto un altro Natale“, ed è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione con il Comitato abitanti centro storico che gestisce gli spazi della chiesa.

L’inaugurazione della mostra sarà alle 18, quando Elisa Latini presenterà l’opera scultorea dedicata alla partigiana, con i saluti dell’Amministrazione comunale e in presenza dell’assessora alla cultura del Comune di Staffolo, Lucia Toccafondo.

Elisa Latini

«Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questa mostra, in particolar modo il Comune di Jesi e il Comitato abitanti centro storico, che mi ha già permesso di esporre alla chiesa di San Bernardo con la mostra degli studenti in occasione del Ponte dell’Immacolata, grazie al progetto di arte pubblica Arte in Centro – ha detto l’artista –. Ringrazio anche il Comune di Staffolo per la sinergia che ha contribuito a creare, con il risultato di aver reso la mia arte un anello di congiunzione fra istituzioni, associazioni e la cittadinanza tutta. Ultimi ma non meno importanti, i miei studenti e studentesse che si sono impegnati nel contribuire a questo progetto».

In occasione dell’inaugurazione, Elisa Latini inizierà a modellare l’opera dedicata alla partigiana Perozzi ed esporrà i disegni effettuati in via preliminare.

L’unica testimonianza della storia di Giuseppina Perozzi, nata nel 1921, arriva da un piccolo quadro raffigurante l’eccidio di Staffolo del 29 giugno 1944 presente nella cappella del cimitero. Quel giorno, un reparto di soldati tedeschi fucilò sette prigionieri del campo di concentramento di Sforzacosta in piazza, quindi altri tre a Cingoli.

Al termine dell’esecuzione, il comandante tedesco chiese che i corpi fossero lasciati in strada per almeno due giorni come monito ai cittadini. Fu Giuseppina Perozzi a prendersi carico dei corpi dei sette giovani ricomponendoli, conservando alcuni brandelli dei vestiti di ognuno e prendendo nota dei loro connotati in modo da usarli poi per il riconoscimento.

Giuseppina Perozzi si recò quindi ogni mattina sulle loro tombe a portare fiori freschi e la sua impresa fu decisiva per il riconoscimento delle vittime da parte dei familiari. Giuseppina è morta in Belgio, dove si era trasferita dopo il suo matrimonio, a gennaio 2002.

Nate due anni fa in occasione della Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne, le testine di donna sono invece una serie di portavaso in ceramica a forma di teste femminili prodotte a mano da Elisa Latini. Dalla vendita delle testine devolve parte del ricavato a diversi Centri antiviolenza marchigiani.

La mostra sarà visitabile da oggi al 31 dicembre dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 20.

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