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Cronaca

Jesi Il Sindaco manifesta allo sciopero generale ma Confindustria non ci sta

Il presidente Pierluigi Bocchini e la presidente del Comitato territoriale Vallesina, Veruska Anacleti: «Partecipazione inopportuna per il suo ruolo istituzionale, abbandoniamo la Consulta per le attività produttive, l’occupazione e il lavoro», Fiordelmondo: «Ne prendo atto, saranno sempre i benvenuti»

Jesi – Perentoria la presa di posizione manifestata da Confindustria Ancona a conclusione dello sciopero generale di questa mattina che ha visto il sindaco Lorenzo Fiordelmondo sfilare con il corteo jesino e partecipare al fianco di lavoratori e sindacalisti.

«Il presidente di Confindustria Ancona, Pierluigi Bocchini congiuntamente al presidente del Comitato Territoriale della Vallesina, Veruska Anacleti, desiderano esprimere il loro rammarico nell’apprendere della partecipazione del sindaco Lorenzo Fiordelmondo alla manifestazione sindacale organizzata a Jesi dalle organizzazioni sindacali aderenti alla Cgil e alla Uil nella giornata odierna», hanno detto da Confindustria.

«Confindustria Ancona ritiene che sarebbe opportuno che il Sindaco, quale massimo rappresentante delle istituzioni cittadine, si astenesse dal partecipare a manifestazioni aventi una chiara ed esplicita connotazione politica ed espressione di una sola parte sociale». 

«Come ha giustamente sottolineato il presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi, “in una diatriba tra una parte del sindacato e il governo chi viene penalizzato è il mondo del lavoro e delle imprese”».  

«Coerentemente con quanto sopra, Confindustria Ancona crede pertanto opportuno ritirare la propria rappresentanza dalla Consulta delle attività produttive, l’occupazione e il lavoro, organizzata dall’attuale Amministrazione comunale, in attesa di chiarimenti in merito agli odierni accadimenti».

Immediata la risposta del primo cittadino.

«Ne prendo atto – ha interloquito Lorenzo Fiordelmondo. Se Confindustria ci ripensa è, e resta, la benvenuta a partecipare alle attività della Consulta, che continuerà a lavorare lo stesso sui temi che sono nell’agenda, per lo sviluppo di Jesi e dell’intero territorio, compreso l’avanzamento dell’insediamento Amazon e lo sviluppo di Interporto. Lo faremo anche insieme ai Comuni della Vallesina che convocherò a stretto giro per un confronto, come abbiamo condiviso nel nostro ultimo incontro in seno alla consulta stessa».

Il primo cittadino aveva anche affidato ai social il suo pensiero rilevando che «come Sindaco ho partecipato oggi allo sciopero proclamato da Cgil e Uil e che si è svolto anche a Jesi. Ho aderito perché l’occupazione e le politiche economico-sociali sono temi centrali nel nostro Paese. Penso ai lavoratori e le lavoratrici della ex Caterpillar che hanno rappresentato un presidio di lotta nella nostra città».

«Ho partecipato allo sciopero per una questione di giustizia sociale. Sono giuste le voci che si levano a sostegno dei redditi da lavoro che non reggono più il peso dell’inflazione, di chi crede che l’investimento pubblico sui servizi essenziali sia non solo necessario ma qualificante per la vita e il futuro del nostro Paese. Anche in questo territorio tocchiamo con mano tagli alle risorse nelle strutture sanitarie, nel personale medico e paramedico. Medici e infermieri, che tanto abbiamo ringraziato per lo sforzo prodotto durante la pandemia, oggi affrontano una debolezza di sistema che rischia di vedere ulteriormente depauperato il nostro patrimonio di capacità professionali e quindi l’intero servizio sanitario».

«Allo stesso modo la scuola, strumento determinante per l’uguaglianza civile e sociale, che necessita di investimenti strutturali, di una programmazione di lungo respiro sugli organici. Le rivendicazioni di questo sciopero sono anche le rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici del pubblico impiego. Persone con le quali ho modo di condividere quotidianamente competenze, passioni, slanci e preoccupazioni; perché la manovra di bilancio che predispone il governo è il principale atto di indirizzo politico dell’amministrazione dello Stato. Tre dati politici: l’evasione fiscale non è aggredita, non è presente alcuna tassazione sugli extraprofitti e il fondo della non autosufficienza delle persone anziane non è finanziato, a fronte di una platea di milioni di persone che ne avrebbero necessità. Jesi custodisce una storia di cultura democratica, sociale ed economica che noi raccogliamo: voglio assicurare tutte le lavoratrici e i lavoratori e le rappresentanze sindacali che questa città non si sposterà di un metro».

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