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Cronaca

Jesi Inaugurata la mostra dedicata a Valeria Moriconi

A Palazzo dei Convegni fotografie e documenti inediti da ammirare sino al 26 giugno, curatore Franco Cecchini

Jesi, 17 giugno 2022 Al Palazzo dei Convegni la figura di Valeria Moriconi, magnifica attrice jesina, direi indimenticabile, ha assunto fisionomie diverse da quelle che tutti fino a ieri conoscevano. 

Lo dimostrano alcuni eventi, supportati da enti e istituzioni sennò ce li saremmo scordati. Mi riferisco alla conclusione del progetto di riordino e inventariazione del suo archivio storico e alla quarta edizione del Premio “Valeria Moriconi” 2022, che sarà assegnato, in data ancora da definire, a Ottavia Piccolo per la sezione “Protagonista della scena e a Francesca Garolla per il “Futuro della scena”

Et voilà, a dare maggiore intensità al progetto, una mostra di fotografie e documenti inediti appena inaugurata e aperta fino al 26 giugno. Visto che il Premio è salpato alla grande, c’è la certezza che durerà, con cadenza biennale, fino a che…, non c’è fino a che, davanti a una icona del Teatro.

E l’atmosfera che si subiva, meglio sopportava, sarebbe inesatto dire si respirava, era attenta e propensa ad ascoltare e scartare come un Ferrero Rocher, storie che non tutti conoscono. Una soddisfatta partecipazione. Sia dell’assessore alla cultura Luca Butini, che ha saputo tratteggiare, definire e ricreare il lavoro svolto in questi anni intorno a Valeria, sia da Franco Cecchini, curatore della mostra, lui che dirigeva il Centro Studi Valeria Moriconi – inaugurato nel 2007 con l’intervento, guarda il caso, di Ottavia Piccolo – e che ha avuto il merito di arricchire tutto il materiale foto e video intorno a Valeria di nuove tranche de vie. 

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Cecchini ha raccontato che «la mostra documentaria è stata realizzata con la parte del Fondo archivistico di Valeria Moriconi, rimasta finora nella casa di Bologna da lei condivisa fin dal 1979 con il suo compagno, il giornalista Vittorio Spiga.  Avendo personalmente mantenuto con Vittorio rapporti amichevoli e collaborativi, attorno al 2015 ho accolto il suo invito a recarmi a casa sua a Bologna per ritirare i primi tre contenitori di documenti. A seguito del suo decesso nel 2019, ho avuto modo di contattare il figlio Alessandro che, d’intesa con la sorella Giorgia, ha accolto con slancio la proposta di completare la donazione di suo padre al Comune di Jesi e, in un incontro dello scorso marzo a Bologna, mi ha consegnato gli ultimi quattro contenitori dell’archivio».

Pierfrancesco Giannangeli, storico del teatro, ha precisato alcuni momenti in cui la carriera di Valeria e quella della Piccolo si sono intersecati e incrociati, tipo nel girare “Il mulino del Po”, una produzione televisiva di grande importanza artistica e culturale, che risale al 1971.

La mostra a Palazzo dei Convegni, lungo Corso Matteotti di Jesi, per chi non ha Google Maps, si intitola “Valeria”, sottotitolo “fotoromanzo”, perché «la vita di Valeria è esposta e messa in scena attraverso il filtro delle foto, della stampa, compresi i rotocalchi dell’epoca che per certi aspetti hanno anticipato i social di oggi». 

Tutto giusto. In realtà, per tanti, che hanno già affollato le sale, un tuffo in un passato carico di novità, quasi prodromico di quello che sarebbe accaduto in futuro.

Cioè, il volto, lo sguardo, il cuore attraverso i lampi degli occhi, tutto già sapeva e faceva prevedere, al di là del palazzo della retorica mnemonica, cosa sarebbe diventata, Valeria, da grande. E non c’è niente da capire.

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