Cronaca
JESI L’ IMPIANTO DI RISALITA DELLE CARCERETTE RESTA AL PALO
4 Dicembre 2015
JESI, 4 dicembre 2015 – Eravamo nella prima decade di settembre quando gli amministratori comunali annunciavano un doppio evento: l’entrata in funzione dell’ ascensore che collega via Castelfidardo a Piazza della Repubblica, con tappa intermedia in via Mazzini, e l’avvio del servizio dell’impianto di risalita meccanizzato così detto delle Carcerette. In entrambi i casi gli ascensori avrebbero iniziato a funzionare al pubblico sabato 19 settembre. Ed è proprio questa la data per l’inaugurazione ufficiale dell’ascensore della Saffa, mentre per l’altro impianto, nella nota che dava notizia dell’evento, il comunicato informava che “contestualmente all’apertura del doppio impianto di via Castelfidardo, l’Amministrazione comunale conta di mettere in funzione, sul fronte opposto della cinta muraria, anche l’ascensore di via Bersaglieri che sale fino ai giardini delle ex carceri. Quest’ultimo impianto – si leggeva ancora nella nota – realizzato dalla precedente Amministrazione nell’ambito del ‘Contratto di quartiere’, non era mai stato attivato”. E non lo è anche oggi, vale a dire a circa tre mesi dall’annunciata apertura.
Ancora oggi, inoltre, non si è neanche chiuso il cantiere che doveva procedere alla ristrutturazione di 8 alloggi E.R.P. e locali ad uso diverso ricompresi nell’edificio di Palazzo Pianetti in via Posterma; un lavorone per la cui realizzazione erano stati stanziati oltre 1,5 milioni di euro che l’impresa edile Prog.Edil srl di Jesi si era aggiudicata sottoscrivendo un contratto dell’importo di 1.159.509,67 euro. Quei lavori, per la realizzazione di quali erano stati previsti nel contratto 570 giorni, furono consegnati il 24 gennaio 2013; questo vuol dire che l’intervento di ristrutturazione avrebbe dovuto avere termine il 17 agosto 2014. Oggi siamo a dicembre 2015 ed i lavori al palazzo delle Carcerette sono fermi con le quattro frecce accese.
È vero che non l’unica opera pubblica in territorio jesino che attende di essere completata, ma è anche vero che chi di dovere darsi da fare presso l’impresa per sollecitarne la conclusione, minacciando, se necessario e consentito, la rescissione del contratto. Sempre che nel frattempo non siano sopraggiunti imprevisti tali da rallentare (anzi fermare) i lavori.
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