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Cronaca

JESI LA DISPUTA SULLA COLLOCAZIONE DELLA STATUA DI FEDERICO II, ALFIO BASSOTTI: «UNA VERGOGNA QUESTA SITUAZIONE»


vignetta federico_jesi_okJESI, 13 settembre 2015
– Altro che notte azzurra, adesso è proprio notte fonda. Tra le molteplici scene di questa storia infinita che va dispiegandosi attorno al ricollocamento della statua di Federico II nell’omonima piazza, abbiamo assistito, in questi giorni, a ripensamenti, dure prese di posizione, polemiche, distinguo, stupori, circostanziate riletture di delibere tirate fuori dai cassetti, lettere e giri di valzer, senza risparmiare anche il fatidico «io l’avevo detto…». Andiamo avanti, vediamo che succede, quali pensieri viaggiano e si confrontano. Quali certezze. Intanto, si aspettano le controdeduzioni del Comune, entro lunedì, per vedere di riavviare un confronto con Ancona. Il fatto è che, sulla carta, tutti sembrano remare in una sola direzione invece… invece anche nell’ambito della stessa maggioranza (il sindaco Bacci si è convertito tempo fa) c’è chi avrebbe ancora un persistente mal di pancia rispetto al problema ricollocazione. Vittorio Massaccesi, già sindaco della città e fine osservatore delle cose pubbliche e politiche, che racconta in punta di penna, sembra passar leggero, eppure la sua stoccata la assesta.

«È stupefacente – dice – la notizia della bocciatura, da parte della Soprintendenza, della proposta del consiglio comunale di spostare la statua nella piazzetta di palazzo Ghislieri, messa a disposizione della Fondazione Carisj. Mi trova del tutto contrario. Non mi meraviglia perciò  – rincara – se in sede nazionale si sia levata qualche voce per abolire le Soprintendenze, tante volte strumento di lungaggini o di divieti irrazionali». Lui una chiave di lettura, comunque, ce l’ha: «Probabilmente chi ha deciso il divieto non conosce la storia del perché la statua oggi si trovi fuori dalle mura oppure si è lasciato influenzare da un precedente altrettanto stupefacente: quello di avere autorizzato, tre anni fa circa, l’apertura di una porta nelle mura medievali senza che, nemmeno in prospettiva, ce ne fosse l’utilità. Siccome allora la richiesta fu ugualmente votata all’unanimità dal consiglio comunale, questa volta la Soprintendenza ha creduto che, come tre anni fa, il consiglio si sia sbagliato. Insomma, dell’assise jesina non ci si può fidare. E bisogna decidere “all’incontrario”. Solo questa malizia può giustificare la cecità del divieto».

È noto come in data 2 settembre scorso ed a firma della soprintendente ai beni artistici e paesaggistici, Anna Imponente, da Ancona sia arrivato lo stop al ricollocamento in piazza Federico II perché «inciderebbe negativamente sulle quinte prospettiche della piazza stessa e verrebbe a costituire un segno ridondante in uno spazio urbanistico storicamente determinato» definendo inoltre «consolidata l’immagine nella zona delle mura storiche».

«Quinte prospettiche cosa? Il problema è a monte – precisa Franca Tacconi,  vice presidente e direttrice del centro studi della Fondazione Federico II Hohenstaufen, motore propulsivo dell’iniziativa che portò ad erigere, nel 1995, il monumento celebrativo -. Che ci fa lì la fontana? E che ci fa l’albero?». Ecco, appunto, che ci azzeccano? «Unica soluzione, oggi, è nel cortile privato di palazzo Ghislieri perché la statua deve stare in piazza. Prima il trasferimento costava e non si poteva fare, stavolta, che si può, grazie al progetto museo multimediale… non si può ugualmente. E poi ci vuole criterio in tutto: con il mordi e fuggi non si fanno né turismo né cultura. Noi, ad esempio, abbiamo guidato cinque gruppi di tedeschi, questa estate, in un tour di una settimana nelle Marche. Tutto bello, ci hanno detto, ma la statua fuori delle mura… E va anche ricordato che essa è stata un dono alla città. Valorizziamola».

Alfio Bassotti, presidente della Fondazione Carisj, da politico navigato qual è  si limita all’inizio a fotografare la situazione sottolineando che «noi la disponibilità del cortile per collocare la statua, su richiesta del Comune, l’abbiamo data, anche perché la sistemazione è quella giusta, davanti al futuro museo multimediale. Ora, ovviamente, dopo l’alt della Soprintendenza il problema investe le scelte comunali». Ma… ma a livello di considerazioni personali, scatta la molla e allora, la musica cambia perché «la mia opinione – dice – è che l’attuale posizione è totalmente infelice. Ed è vergognoso che si sia creata una tale situazione. La mettano dove vogliono, la statua, ma non là, dov’è ora. Quella sede è sbagliata!».

Fuori da questo coro, invece, Massimo Ippoliti, lo scultore jesino artefice del manufatto sui bozzetti di Benedetto Robazza ed Herman Schwahn, che sottolinea come  sia «ottima la posizione dell’installazione “provvisoria”, e questo lo vado dicendo da tempo. Le mura in scorcio valorizzano la statua che dopo vent’anni ha, ormai, consolidato la sua immagine scenografica, riprodotta ovunque. Pecca solo nella sistemazione dello spazio e la cosa più evidente è il rifacimento di una eventuale  pavimentazione in cotto e pietra arenaria locale, con disegno di scoli e ricorsi geometrici che richiamano l’ottagono. Il tutto costellato da una eccellente illuminoteca combinata con degli interventi di arredo in ferro battuto». Un suggerimento, condivisibile, vista la situazione di assoluta carenza, è che «questo spazio storico dovrà essere opportunamente segnalato, poiché il turista non riesce a localizzarlo».

Non ha dubbi Alessandra Degli Esposti, insegnante, che pur definendo l’attuale luogo «molto poetico, tuttavia la statua rimane poco visibile e nascosta ai più. La piazza dedicata all’imperatore sarebbe la collocazione più adatta anche perché più facilmente fruibile dai turisti che sempre più numerosi visitano la nostra città. Mi auguro che la Betlemme del grande imperatore riesca finalmente a dargli il rilievo che un personaggio di tale spessore merita».

Per il consigliere di maggioranza Giancarlo Catani, che ha sposato la causa della statua in piazza con la mozione presentata il febbraio scorso e approvata dal consiglio comunale, è soprattutto un problema di poca comprensione da parte della Soprintendenza del fatto che «noi non ci siamo imbarcati in questa impresa tanto per farla, ma agganciando la nostra azione in un contesto di grande spessore culturale e turistico, vale a dire quel museo multimediale che sarà inaugurato in estate». Museo voluto fortemente dalla fondazione Federico II Stupor Mundi, griffata Gennaro Pieralisi. «Andremo avanti – prosegue Catani – continuando a perseguire la nostra strada anche perché non ci risulta che lo stesso Ministero si sia mai espresso con parere circostanziato sulla collocazione dell’opera».

(Pino Nardella)

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