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Cronaca

Jesi La storia di Ponte San Carlo, oggi al suo ultimo giorno di servizio

Fu costruito nel 1965 ma notizie di una struttura a scavalcare l’Esino risalgono al XII secolo, da domani alle 9 la chiusura con l’attivazione della viabilità alternativa per i 400 giorni di lavori

Jesi – Con questa domenica si conclude il transito veicolare sulla storica infrastruttura di Ponte San Carlo che nel 2025 avrebbe compiuto 60 anni di vita.

Da domani sarà chiusa al traffico per consentire le prossime fasi di demolizione e ricostruzione, un intervento da 8 milioni di euro complessivi, che restituirà alla città un’infrastruttura moderna, dotata degli adeguati standard di sicurezza.

La chiusura è prevista per domattina alle 9 – hanno spiegato dall’Amministrazione locale – in modo da consentire, prima, lo spostamento di chi dovrà recarsi al lavoro.

Sul posto saranno presenti le pattuglie della Polizia Locale a presidiare il ponte nei due sensi di marcia in ingresso e uscita. Ci sarà anche il primo cittadino Lorenzo Fiordelmondo a presenziare il momento che lui stesso ha definito come «tappa di un cambiamento epocale».

Le prossime fasi dell’intervento

Dal 4 settembre a fine ottobre: spostamento dei sottoservizi

La chiusura permetterà alla ditta esecutrice dei lavori di portare a termine la prima macrofase dell’intervento, relativa allo spostamento dei sottoservizi che verranno sganciati dal ponte e interrati nel letto del fiume, lavori che dovrebbero concludersi entro fine ottobre, momento da cui avrà inizio la demolizione vera e propria.

Demolizione del Ponte da fine ottobre

Tra fine ottobre e inizio novembre, avrà inizio la demolizione che avverrà in più fasi per permettere lo smaltimento dei calcinacci e mantenendo in piedi alcuni pilastri che serviranno come appoggio per quelli nuovi. Operazione che durerà circa un mese.

Durata complessiva dei lavori

Sono 400 i giorni stimati per il cantiere dei lavori, che dovrebbero concludersi entro il 2024, fatti salvi gli inconvenienti meteorologici o la piena del fiume che soprattutto d’inverno potrebbero rallentare l’intervento.

Accessibilità e viabilità

Durante questo mese che precede la demolizione effettiva, il ponte sarà transitabile solo per i mezzi di soccorso e per quelli di Viva Servizi. La viabilità sarà deviata su via Piandelmedico e via Roma (svincolo su via Spina) per raggiungere la zona ovest e il centro città, oppure sullo svincolo della superstrada, con l’ingresso a Jesi Centro e uscita a Jesi Est, per raggiungere la zona industriale e la parte est della città.

Nel sito internet dedicato verrà indicato lo stato di avanzamento dei lavori e saranno disponibili le informazioni sui servizi per i cittadini.

La storia del Ponte

L’attuale struttura, a 10 arcate, risale al 1965 ed è di lunghezza pari a 215 metri e larghezza di 9,5 metri.

Le prime notizie di un ponte situato nei pressi di Santa Maria del Piano – come descritto nella pagina di storia del sito dedicato – risalgono ad oltre nove secoli fa, attorno al 1100. Importanti lavori di restauro furono compiuti in due momenti, nel 1434 e nel 1492. Il ponte venne poi integralmente ricostruito nel 1564, con una collocazione più a monte dell’attuale, in corrispondenza dell’odierna via Esino.

Ponte san carlo jesi

Successivamente venne realizzato, ma in posizione arretrata, un ponte in muratura, fatto saltare dai tedeschi in ritirata nel luglio del 1944.

La sua intitolazione a San Carlo Borromeo è dovuta al ruolo che il porporato esercitò in favore della città di Jesi, grazie alla sua influenza poté risolvere complesse questioni diplomatiche riguardanti il territorio e opprimenti imposizioni fiscali.

La sua benevolenza spinse, nel 1563, i nobili Giovanni Amici e Francesco Ghislieri, in rappresentanza della comunità jesina, a recarsi a Roma per chiedergli di diventare Protettore della città.

Particolarmente devoto alla Madonna di Loreto, durante il pellegrinaggio del 1579 il Cardinal Borromeo fece visita a Jesi, suscitando l’ammirazione popolare. Quando, a soli 46 anni, il Cardinale morì prematuramente, la comunità jesina non esitò ad intitolargli, per riconoscenza, il ponte sul fiume Esino, la cui costruzione era avvenuta durante il felice periodo del protettorato.

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