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Cronaca

JESI LA “VEDOVA ALLEGRA” DI SGARBI INCANTA IL PERGOLESI

vedova5vedova3vedova2JESI, 13 dicembre 2015 – Piacevolissima serata quella di ieri sera, sabato 12 dicembre, al Teatro Pergolesi di Jesi. In scena la “Vedova Allegra”, celeberrima operetta in tre atti del grande compositore austriaco Franz Lehár. Innanzitutto: che cosa si intende per “operetta”? Sostanzialmente, l’operetta è un genere teatrale, divenuto famoso prima in Francia, nella seconda metà dell’Ottocento, e poi in Austria, che differisce dal tradizionale melodramma poiché presenta l’alternanza di brani musicali e parti dialogate. “La Vedova Allegra”, il cui libretto è ad opera di Victor Léon e Leo Stein, ha debuttato con enorme successo al Theater an der Wien a Vienna il 30 dicembre 1905, mentre in Italia è andata in scena per la prima volta il 27 aprile 1907 al Teatro Dal Verme di Milano, nella traduzione di Ferdinando Fontana.

La storia si svolge a Parigi e, in particolare, all’ambasciata parigina del Pontevedro, dove c’è grande fermento. Sta infatti arrivando la Signora Hanna Glawari (Valeria Esposito), giovane vedova del ricchissimo banchiere di corte. L’ambasciatore, il Barone Mirko Zeta (Armando Ariostini), ha ricevuto l’incarico di trovare un marito pontevedrino alla vedova, al fine di far restare in patria i milioni di dote della signora. Infatti se la Glawari passasse a seconde nozze con un francese, il suo capitale lascerebbe la Banca Nazionale Pontevedrina e per il Pontevedro avverrebbe la rovina economica.

vedova1vedovaNjegus (Gennaro Cannavacciuolo), cancelliere dell’ambasciata, é un po’ troppo maldestro per una simile impresa; fin da subito però il conte Danilo Danilowitsch (Alessandro Safina) viene visto come l’unico che potrebbe sposare la Glawari. Njegus e Zeta tentano di convincerlo, ma lui non ne vuole sapere. Tra Danilo e Hanna infatti c’era stata una storia d’amore finita male a causa della famiglia di lui. Da parte sua la vedova, sebbene ami Danilo, non lo vuole dimostrare e fa di tutto per ingelosirlo. Frattanto si snoda un’altra storia d’amore che vede protagonisti Valencienne (Francesca Tassinari), giovane consorte di Zeta, e Camille de Rossillon (Christian Collia), un diplomatico francese che la corteggia con assiduità. I due si danno appuntamento in un chiosco. Li sta per sorprendere il barone Zeta quando Njegus riesce a fare uscire per tempo Valencienne e a sostituirla con Hanna. La vedova viene dunque sorpresa con Camille e, tra lo sconcerto generale, Danilo abbandona la festa infuriato. Tutto ormai sembra compromesso, ma Njegus riesce a sciogliere gli equivoci e a far confessare ad Hanna e Danilo il loro reciproco amore. I due decidono quindi di sposarsi, mettendo in salvo la patria.

Gli interpreti, tutti applauditissimi, hanno saputo interpretare bene il capolavoro di Lehár, mettendo in evidenza quella leggerezza e quella spensieratezza tipiche dell’operetta in generale. Un particolare plauso va sia all’Orchestra Filarmonica Marchigiana, diretta da Antonio Pirolli, sia al Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”, diretto invece dal maestro Carlo Morganti. È infine degna di lode la scenografia, moderna ma non eccessivamente, e la regia del grandissimo Vittorio Sgarbi. Quest’ultimo, finita la rappresentazione, uscendo dal teatro, è stato subito circondato da una folla di ammiratori e di curiosi, alcuni dei quali hanno ben pensato di scattare assieme a lui una fotografia.

(Alessandro Bonvini)

(foto Stefano Binci)

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